Pace fiscale, Comune perde 70 milioni
Se il Consiglio dei ministri domani vara il provvedimento, «stangata» sul bilancio
Settanta milioni di euro in meno per effetto della pace fiscale del governo pentaleghista. Roma Capitale potrebbe veder sparire dai bilanci un «tesoretto» buono per attivare un vero piano Marshall per le buche stradali o, chissà, un programma di restauro del verde pubblico. Se domani in Consiglio dei ministri il testo finale della manovra confermasse il 2010 come soglia per lo stralcio delle cartelle fino a mille euro, il Campidoglio do- vrebbe depennare dai conti la porzione più vecchia di «residui attivi», ovvero le entrate da multe e tributi risalenti a otto anni fa che sono state contabilizzate come tali anche se i soldi veri non sono mai stati riscossi. Ecco, con la pace fiscale i soldi non arriveranno mai. Va detto che sul bilancio finisce in realtà solo un decimo della cifra totale dei crediti sospesi dal 2010, è lo schema che impone di tenere conto del tasso di riscossione (il 10% per crediti del 2010): così su 700 milioni di accerta- to mai saldato - 550 milioni di multe stradali più 150 di morosità su Ici e Imu -, l’impatto reale è un decimo, 70 milioni appunto. Soldi che, evaporando, rischiano di lasciare un buco doppio. Non solo, infatti, ci sarebbe da compensare i crediti che non ci sono più. Ma scatterebbe pure una riduzione di 70 milioni sugli spazi di finanza pubblica, spazi che lo Stato concede basandosi sull’accertato e non sul riscosso. A sparire, insomma, sarebbero 140 milioni «reali».