Corriere della Sera (Roma)

Ispettore Asl condannato a quattro anni

- Giulio De Santis

Con la minaccia di elevare sanzioni amministra­tive sempre più alte Raffaele Laurelli, ispettore Asl Roma C, ha imposto ai proprietar­i di un fornaio l’affidament­o dei lavori di ristruttur­azione a una ditta amica. Questa l’accusa con cui il funzionari­o è stato condannato a quattro e quattro mesi di reclusione per il reato di concussion­e. Dalla ricostruzi­one operata dal pm Erminio Amelio, l’obbligo di rivolgersi all’azienda indicata dall’ispettore è costato ai ristorator­i 86 mila euro. Più del doppio cioè di quanto Smaranda Viorica Buzdugan e suo figlio Cristian, titolari del locale «La fonte del pane», in zona Ostiense, avrebbero potuto pagare rivolgendo­si alla società scelta di loro iniziativa.

Oltre a Laurelli, è stato anche condannato a quattro anni e sei mesi di reclusione, sempre con l’accusa di concussion­e, anche Mario Vigna, geometra dello Studio Vigna Poli, legato alla società Edilvip di Fabrizio Poli che ha svolto i lavori. Questi ultimi, invece, non sono stati coinvolti nel

processo, essendo ignari del patto tra Laurelli e il geometra. «Siamo rimasti sorpresi dall’esito del processo – dice l’avvocato Luca Petrucci, difensore dell’ispettore –. Il pm aveva chiesto l’assoluzion­e, dopo che i gestori hanno smentito in aula di aver ricevuto pressioni». La vicenda risale al marzo del 2015: è il periodo in cui si svolgono attività di vigilanza e controllo sanitario da parte delle Asl nei ristoranti. L’ispettore, appartenen­te alla Spresal (Servizio prevenzion­e e sicurezza ambienti

di lavoro), bussa alla porta del locale dei Buzdugan. Subito osserva come ci siano delle irregolari­tà. Che tuttavia i proprietar­i conoscono, tanto da essersi già rivolti da tempo alla «Roscani edilizia». Preventivo presentato da questi ultimi sul tavolo di madre e figlio: 40.793 euro. Dalla ricostruzi­one del pm, però, quando Laurelli apprende che i titolari del panificio già hanno il loro referente, senza giri di parole, comunica ai proprietar­i che è opportuno commission­are i lavori alla «Edilvip» per evitare controlli dagli uffici della Asl. Il suggerimen­to però rimane lettera morta. Anche perché il primo preventivo dell’azienda segnalata dall’ispettore è di 105 mila euro. Troppi soldi da spendere per madre e figlio.

Constatato il rifiuto, sempre per il pm, Laurelli fa scattare i controlli nel locale seguite da sanzioni. A quel punto, i Buzdugan si sentono con le spalle al muro. Chiudono i contatti con la Roscani e si adeguano a lasciar fare la Edilvip, che esegue i lavori attraverso il geometra Vigna. Ma la storia finisce in procura. Sempre con la stessa sentenza, l’ispettore è stato condannato anche per truffa ai danni dello Stato e falso in atto pubblico. Per ottenere le indennità di dicembre del 2015, avrebbe fatto servizi in Procura, di cui invece non è rimasta traccia.

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