Maresciallo ruba 73 mila euro in buoni pasto
Il sottufficiale in servizio nel gabinetto del ministero della Difesa: il pm lo accusa di peculato
Dalla poltrona occupata all’interno dell’Ufficio segreteria generale del gabinetto del ministero della Difesa, è riuscito a impossessarsi di ben 14.228 buoni pasto senza averne alcun permesso. In assenza del quale ha provocato all’amministrazione militare un danno di 73 mila e 500 euro. Questa la contestazione per cui il maresciallo Paride Amoroso è indagato con l’accusa di peculato aggravato e continuato dalla procura militare.
Il pm Antonella Masala ha disposto la chiusura indagine, atto che prelude alla richiesta di rinvio a giudizio. Rimane un mistero che cosa abbia fatto il maresciallo – difeso dall’avvocato Francesco Missori – di tutti i buoni pasti sottratti nel triennio tra il 2015 e il 2017. Bisogna premettere che Amoroso in quel periodo è impiegato alla sezione segreteria del personale del gabinetto. Questo incarico gli consente di entrare in possesso dei buoni pasto destinati ai dipendenti. Grazie a questa mansione è lui a dover rendere conto di quanti ticket vengono utilizzati dovendoli mettere a bilancio. Solo che, secondo l’accusa, tra i buoni pasto realmente utilizzati e quelli invece rendicontati esisterebbero delle incongruenze. Così ricostruite dalla procura: nel 2015 Amoroso avrebbe documentato di aver fatto circolare 2.394 ticket in più rispetto a quelli risultanti dagli acquisti del personale presso i bar. Costo in più sostenuto dall’amministrazione: 16 mila euro. Durante lo svolgimento degli accertamenti contabili, avvenuti nell’aprile dello scorso anno, è saltato fuori che l’indagato, in quel mese, si è appropriato di ulteriori 29 buoni pasto dal valore di 4,65 euro l’uno (per un danno stimato di 134 euro) sommati ad altri 280 ticket ognuno di 7 euro (danno calcolato di 1.960 euro). Nel 2016 la tecnica contestata dalla procura è la medesima. A bilancio vengono rendicontati 10 mila 751 ticket in più per un costo di 72 mila e 202 euro. Il 2017 registra lo stesso presunto trucco, ma solo fino ad aprile. Questi i numeri: 1083 buoni pasto di troppo per una spesa ingiustificata di 7 mila 162 euro. Il conto finale è stato di 97 mila euro, ma il danno è stato di 73 mila e 500 euro. A complicare la posizione del militare il grado rivestito nell’esercito: quello di maresciallo, considerata un’aggravante.