Industriali contro Raggi: città ferma
Tortoriello: il vento del cambiamento non c’è, manca una visione. La sindaca: attacco bizzarro
L’accusa rivolta dal presidente di Unindustria, Filippo Tortoriello, ai vertici del Campidoglio è durissima: «L’economia va abbastanza bene nel Lazio, ma Roma è ferma». «Non si percepisce il vento di cambiamento. Manca una visione su come Roma potrebbe diventare nei prossimi 2030 anni». Replica la sindaca: «È un attacco un po’ bizzarro. Da tempo stiamo sviluppando progetti insieme», ricorda accennando al Maker Faire.
«L’economia va abbastanza bene nel Lazio, ma Roma è ferma». «Non si percepisce quel vento che doveva cambiare la Capitale». Dopo oltre due anni di guida della città «stiamo ancora aspettando di aprire un dialogo con la sindaca: siamo preoccupati per lo status quo. Manca una visione su come Roma potrebbe diventare nei prossimi 20-30 anni». L’accusa rivolta ai vertici del Campidoglio è durissima: a parlare è il presidente di Unindustria, Filippo Tortoriello, all’assemblea generale all’Eur dell’associazione che raggruppa gli imprenditori di Roma, Frosinone, Latina, Rieti e Viterbo. Ma Virginia Raggi (assente) replica a distanza: «È un attacco un po’ bizzarro. Da tempo stiamo sviluppando progetti insieme», ricorda accennando al «Maker Faire, lo scorso fine settimana, perché l’innovazione è un tema su cui stiamo lavorando molto». E cita pure il lavoro del Governo per una manovra «che restituisce alle famiglie il potere d’acquisto e incentiva le piccole e medie imprese». Poi aggiunge confutando la paralisi tra i Sette Colli: «Mi sembra che molte cose si stiano muovendo».
«I problemi di Roma sono assolutamente noti, dai trasporti pubblici ai rifiuti e alla carenza di infrastrutture - osserva Tortoriello -. Siamo l’unica Capitale europea, insieme a Atene, che non smaltisce il suo pattume autonomamente. Quello che si deve fare è mettere insieme una progettualità che guardi lontano e lavorare in quest’ottica. Roma deve diventare effettivamente una città internazionale, che sia attrattiva e abbia tutte le capacità di caratterizzarsi per valori e qualità presenti sul territorio». Per questo Unindustria ha lanciato la proposta, forse un po’ utopistica, di un progetto chiamato «Roma futura 2030-2050» per la messa a punto di obiettivi di sviluppo misurabili nell’arco temporale dei prossimi 30 anni. Il piano è stato condiviso, tra l’altro, da sindacati (Cgil, Cisl, Uil e Ugl), Ania, l’associazione costruttori romani (Acer), Cna, Confcommercio e Coldiretti. Obiettivo: «Vogliamo fare diventare la città una delle venti capitali internazionali del nuovo millennio - sottolinea Tortoriello - città aggregante, con servizi mirati alle necessità dei cittadini, che rende indistinguibili i gap tra Centro e periferie». Questo nutrito pacchetto di idee, «lo affidiamo alla politica perché faccia il suo mestiere: decidere cosa fare - precisa il leader di Unindustria -. Così anche i gruppi privati potranno investire conoscendo tempi e costi
Il Campidoglio
«Da tempo stiamo sviluppando progetti insieme: basti ricordare Maker Faire»
certi». Tra le proposte dell’associazione datoriale «investire nella trasformazione digitale e nell’innovazione a 360 gradi, superare la dicotomia tra tutela e valorizzazione dei beni culturali, e sviluppare nuove opportunità nel turismo». E sul tema della sostenibilità «dobbiamo puntare a una città e a una regione a impatto ambientale “zero”», osserva Tortoriello che coglie l’occasione per dare un altro affondo contro il Comune quando dice parlando di mobilità: «A Roma e nel Lazio non ci si può limitare a indicare scadenze per il ritiro dei veicoli in circolazione (alludendo ai mezzi più inquinanti ndr). Qui bisogna sperimentare e garantire condizioni per adottare le soluzioni più avanzate di mobilità sostenibile». L’obiettivo de-
gli industriali è quello di confrontarsi «senza presunzione, ma stiamo aspettando da oltre due anni di parlare con la sindaca - si sfoga il presidente dell’associazione -. La Capitale deve fare un grande salto di qualità che oggi risulta difficile da immaginare, specie se pensiamo all’Atac. Il Comune si preoccupa troppo di essere l’azionista di riferimento e troppo poco di garantire un servizio di alta qualità ai suoi cittadini». A margine dell’incontro, Daniele Leodori, presidente del Consiglio regionale, ricorda «l’accordo tra Regione e Bei per investire 200 milioni nel porto di Civitavecchia e nell’hub di Fiumicino».
Le critiche di Unindustria fanno venire non pochi mal di pancia nella maggioranza capitolina e Virginia Raggi contrattacca: «Con lo “sblocca cantieri” abbiamo rimesso in circolazione prima 127 milioni e poi altri 37 per investimenti. E poi c’è l’operazione stadio che stiamo monitorando: porterà 800 milioni di fondi privati sulla città. Insomma, i numeri di Atac stanno parlando, come quelli di Acea». E a difesa della sindaca interviene pure l’assessore comunale al Commercio, Carlo Cafarotti (M5S): «La visione della città c’è, sarà migliorata e implementata, anche prendendo i contributi di Unindustria».
L’assemblea «Manca una visione su come la città può diventare nei prossimi vent’anni»