Luca Barbareschi: «Un Cyrano che mi somiglia»
Barbareschi nei panni del classico di Rostand
Pareti interamente ricoperte di quadri dipinti. Una scenografia sontuosa che ricorda un’immagine famosa del film La migliore offerta di Giuseppe Tornatore. Il Cyrano de Bergerac, col suo naso imponente, il suo «pennacchio», si aggira sul palcoscenico del Teatro Eliseo per inaugurarne la stagione del centenario. Ed è Luca Barbareschi, dal 30 ottobre al 25 novembre, ad esporre quel «pennacchio», con la regia di Nicoletta Robello Bracciforti.
«Ho impiegato molto tempo per trovare il naso giusto — dice l’attore — Era necessario che fosse brutto, anche se Cyrano non è un mostro deforme e, tutto sommato, un naso imponente è segno di virilità... Mi sento di somigliare al personaggio: la sua guasconeria, la sua voglia di provocare, il suo voler dispiacere agli altri. Io sono così: da 45 anni faccio teatro anche per raccontare qualcosa che mi appartiene. Procedo nelle mie battaglie quotidiane in solitudine». E di battaglie molto recenti il direttore artistico del Teatro di via Nazionale ne sta vivendo una anche attualmente: a settembre è stato indagato per traffico di influenze, con l’accusa di aver fatto favoritismi a un funzionario pubblico in cambio di un maxi-finanziamento all’Eliseo da parte del Parlamento.
«Abbiamo ristrutturato il teatro anche sotto al palcoscenico — continua Barbareschi mentre apre una botola e si infila dentro — Anche la facciata, ora coperta da impalcature perché cadeva a pezzi, vedrà nuova luce la sera dell’inaugurazione di stagione, apparendo nel suo bel colore originale: un restauro costato 657 mila euro. Abbiamo triplicato gli abbonamenti e senza le “facilitazioni” di biglietti venduti a 1 euro che possono permettersi certi teatri pubblici che incassano tra i 10 e i 15 milioni di denaro pubblico — aggiunge l’attore
— Insomma: stiamo cercando di fare dell’Eliseo una sorta di Beaubourg romano. Il resto non mi interessa: un Paese come l’Italia che vive di logiche da bottegai e si basa sull’invidia sociale è morto». Nel Cyrano è affiancato da Linda Gennari nel ruolo di Rossana, Duilio Paciello è Cristiano e inoltre Thomas Trabacchi, Duccio Camerini e Massimo
De Lorenzo. Interviene la regista: «L’opera di Rostand viene ricordata per la storia d’amore, ma in realtà è un testo pieno di ferite, dove si affronta il difficile ruolo dell’artista nella società. L’arte ha una funzione concreta e il teatro è il luogo per celebrarla».