Corriere della Sera (Roma)

SVILUPPARE ANTICORPI

- Di Giovanni Bianconi

Già la famosa testata di Roberto Spada era valsa una condanna con l’aggravante del metodo mafioso, ma adesso sono arrivati i verdetti sul reato specifico: tre appartenen­ti al cosiddetto clan Spada dichiarati colpevoli di associazio­ne mafiosa. È la prima volta che capita con gli esponenti di quella famiglia che fino a poco tempo fa ha condiziona­to la vita di Ostia. Non si tratta «solo» di traffico di droga o altri affari illeciti, ma di gravi influenze sulla gestione delle attività economiche e amministra­tive attraverso intimidazi­oni, minacce e «assoggetta­menti», per dirla con il termine usato dalla legge. Non più malavita di vecchio stampo, per quanto organizzat­a, ma vero e proprio potere criminale che secondo il codice si chiama «mafia». Su quel pezzo di Roma che s’affaccia sul mare era accaduto pure con il clan Fasciani, seppure attraverso giudizi altalenant­i, e l’altro giorno un’altra sentenza ha riconosciu­to il «metodo mafioso» alle gesta di alcune persone legate al clan Casamonica, anch’esso sotto inchiesta per associazio­ne mafiosa.

Sono tutte conferme che in questa città la mafia esiste, a prescinder­e dal «Mondo di mezzo» che ha catalizzat­o l’attenzione negli ultimi quattro anni, con le conseguent­i polemiche.

Che non si sono placate nemmeno dopo le condanne d’appello che l’hanno definito mafioso. È evidente, e l’hanno ribadito più volte gli stessi inquirenti, che non stiamo parlando di Cosa nostra né di ‘ndrangheta o camorra, ma di piccole organizzaz­ioni che condiziona­no piccole porzioni di territorio o limitati settori della vita pubblica. Tuttavia per valutare la pericolosi­tà di un fenomeno non ci si può basare su dimensioni o quantità; contano anche – e molto – la capacità d’infiltrazi­one e la qualità dell’agire criminale. Questa evoluzione del malaffare non significa che Roma è una città mafiosa, né che «tutto è mafia» con il corollario che dunque «niente è mafia». No, non tutto è mafia, ma qualcosa purtroppo sì. E Roma dev’essere in grado di sviluppare e azionare i suoi anticorpi. Che non possono essere solo investigat­ivi e giudiziari.

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