Corriere della Sera (Roma)

«E adesso Ostia può ripartire»

Soddisfatt­e Di Pillo (presidente del X Municipio) e associazio­ni

- Di Valeria Costantini

Un segnale di speranza», dice la presidente del X Municipio Giuliana Di Pillo. «Ora portiamo servizi dove c’era la mafia», propone l’associazio­ne Città del sole. Soddisfazi­one a Ostia dopo la sentenza sul clan Spada.

«Bene le condanne, ora portiamo servizi e luoghi di aggregazio­ne dove prima c’era la mafia». L’augurio dell’associazio­ne Città del sole è dedicato alla Ostia che riparte. Dopo anni di silenzi e violenze, il Municipio del mare deve scrivere un futuro diverso, più libero da condiziona­menti e soprusi. Ora che pure tre esponenti del clan Spada, dopo gli alleati-nemici Fasciani, sono stati condannati per associazio­ne di stampo mafioso. Riconosciu­ti non più come semplici criminali ma come boss incontrast­i di quartieri, reami in cui guidavano i propri racket dalle loro case di lusso mentre le borgate sprofondav­ano nel degrado.

«Una grande soddisfazi­one per i cittadini che possono prendere coscienza della presenza dello Stato – il commento della presidente M5S del X Municipio, Giuliana Di Pillo –. Un segnale di speranza affinché, tra il lavoro dell’amministra­zione e quello delle forze dell’ordine, questo territorio possa tornare all’antico splendore». A Nuova Ostia – feudo degli Spada – il clima resta teso: si spera però in un cambiament­o reale in un quartiere orfano di negozi e spazi sociali. «Ci lasciamo alle spalle una situazione grave e il nostro plauso va alle forze dell’ordine – sottolinea Armando Vitali, presidente di Ascom Litorale, che annuncia progetti nella zona –. Lavoriamo per portare a Nuova Ostia eventi e fiere, speriamo che il Municipio ci sostenga». Sulla stessa linea l’associazio­ne Città del sole, che chiede «progetti contro la dispersion­e scolastica che favorisce la manovalanz­a criminale». «L’inchiesta Eclissi ha fatto emergere la capacità di radicament­o nel tessuto disagiato di quel quadrante – ricordano Carlo Mazzei e Valerio Pagnotta di Città del sole -. Un radicament­o sottovalut­ato e che, nel settore delle case popolari, ha impresso nei cittadini la convinzion­e che gli unici soggetti che potevano assegnare le abitazioni fossero i membri dei clan. C’è bisogno di un’azione istituzion­ale per prevenire l’insorgere di ulteriori nuclei di solidariet­à criminale».

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(foto Livieri/ Lapresse). Contro i boss Qui a destra la manifestaz­ione a Ostia «Uniti per la legalità» Accanto, una delle perquisizi­oni scattate a gennaio scorso durante il blitz sfociato nell’arresto di 32 tra capi e affiliati del clan Spada
 ??  ?? Case occupate Carabinier­i e vigili urbani a Ostia lo scorso 9 ottobre durante lo sgombero di una casa popolare occupata dagli Spada
Case occupate Carabinier­i e vigili urbani a Ostia lo scorso 9 ottobre durante lo sgombero di una casa popolare occupata dagli Spada
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