Corriere della Sera (Roma)

Liverpool-Roma Ultrà gialloross­o, 3 anni di carcere

Lombardi era stato accusato di aver ridotto in fin di vita il tifoso dei Reds

- Frignani

Colpevole di aver provocato incidenti con un’altra trentina di ultrà romanisti, ma non di aver colpito Sean Cox, fan dei Reds ridotto in coma e tuttora semiparali­zzato. È la sentenza del tribunale britannico nei confronti del 21enne Filippo Lombardi: ha avuto 3 anni di carcere per gli scontri prima di Liverpool-Roma di Champions League.

Non colpevole. Filippo Lombardi, ultrà romanista di Don Bosco, non ha colpito il tifoso del Liverpool Sean Cox riducendol­o in gravi condizioni nel pomeriggio del 24 aprile scorso durante gli scontri fra supporter gialloross­i e dei Reds fuori dallo stadio di Anfield, prima della semifinale di andata di Champions League.

I giurati della Preston Crown Court hanno creduto alla versione del ventenne, in carcere proprio da quella stessa sera dopo essere stato bloccato dalla Merseyside police su indicazion­e della Digos della Capitale insieme con altri quattordic­i ultrà della Roma, fra i quali Daniele Sciusco, già condannato ad agosto dai giudici britannici a due anni e mezzo per aver partecipat­o agli scontri.

Un verdetto un po’ a sorpresa viste le accuse mosse a Lombardi, che almeno all’inizio sembravano piuttosto circostanz­iate, ma che si sono scontrate nel corso delle tre udienze dei giorni scorsi con quanto avevano ripreso le telecamere di sicurezza fuori dall’Anfield. Ovvero con il fatto che non esistono fotogrammi, almeno al momento, nei quali si vede chiarament­e il romanista colpire Cox al volto facendolo stramazzar­e a terra. Ce ne sono altri, nei quali tuttavia il giovane vicino agli ambienti del tifo più estremo gialloross­o, prende parte ai tafferugli brandendo una cinta, arrotolata sul pugno. E si trova almeno in un frame ripreso da un angolo accanto alla vittima.

«Avevo paura di essere aggredito, gli inglesi avevano un atteggiame­nto minaccioso. Uno di loro vestito di bianco mi ha detto “fight” (combatti)», ha ripetuto un po’ con l’interprete un po’ da solo in inglese il ragazzo di Don Bosco, che comunque ieri, dopo molte ore con i giurati in camera di consiglio, è stato ritenuto colpevole di aver partecipat­o agli incidenti ed è stato poi condannato dal giudice Mark Brown a tre anni di carcere. Se fosse stato ritenuto responsabi­le delle lesioni a Cox, che da quel giorno è paralizzat­o nella parte destra del corpo, non parla e ha quasi perso la vista, la pena sarebbe stata decisament­e più alta.

I sospetti per l’aggression­e all’irlandese che era andato a Liverpool con il fratello Martin (anche lui picchiato dai romanisti mentre si trovava chinato sul fratello per tentare di rianimarlo e proteggerl­o da altri colpi) sono ora concentrat­i su N40, come è stato catalogato un terzo tifoso della Roma accusato di aver colpito al volto Cox, arrestato dalla Digos nei giorni scorsi e ora ai domiciliar­i nella sua abitazione in periferia in attesa di essere estradato in Gran Bretagna come richiesto dalle autorità locali. Nei suoi confronti sono state mosse le stesse accuse che sembravano aver inchiodato Lombardi prima della sentenza di ieri pomeriggio.

In aula c’erano sia il ragazzo imputato sia i suoi parenti, assistiti a Roma dall’avvocato Lorenzo Contucci che a Liverpool si appoggia a uno studio legale specializz­ato in questi casi. Anche N40, il cui nominativo non è mai stato reso noto né dalla giustizia britannica (che peraltro ha rivelato il fatto che fosse stato arrestato a Roma) né da quelle italiane, forse per motivi di sicurezza, sarebbe stato ripreso dalle telecamere mentre colpisce l’irlandese.

«Quando ero vicino a lui – ha detto ancora Lombardi nel corso degli interrogat­ori davanti al giudice Brown – era già a terra. Non so proprio chi possa averlo colpito». Lui e Sciusco, scontato un terzo della pena in Inghilterr­a, torneranno in Italia per il resto.

Champions League Tre anni di carcere per gli scontri. L’altro ultrà, Sciusco, aveva avuto due anni e mezzo

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