PERCHÉ È UN RIONE PERDUTO
Definire sorprendente la rissa con bottigliate dell’altra notte a Trastevere sarebbe ipocrita e bugiardo. È un prodotto della spirale involutiva nella quale scelte di amministrazioni comunali, e profittatori che non danno onore alla vitale categoria del commercio, hanno infilato ampie zone della città portandole sotto livelli di decenza. Un problema di parti di Trastevere, ma non solo di quel quartiere. La discesa cominciò con la tolleranza verso l’usurpazione di spazi compiuta da troppi proprietari di bar e ristoranti con tavolini all’aperto. Metodici nello sconfinare dai limiti, anche se pagavano concessioni irrisorie, moltiplicarono gli incassi. Prime vittime in centro furono le botteghe artigiane. Non ressero ai rincari degli affitti al pian terreno. Ulteriore illegalità è stata incentivata dall’acquiescenza verso la vendita di alcolici a minori, gli schiamazzi notturni, poi le merci contraffatte, lo spaccio di droga. Alcuni ragazzi scambiano per un merito il violare norme di civiltà. Stupisce che si prendano a bottigliate? No. Deriva da una scelta politico-economica tuttora confermata: rendere il centro una calamita per chiunque voglia fare quanto in casa sua gli è giustamente proibito. L’opposto del cuore della bella capitale che attrarrebbe più visitatori (e danaro) se puntasse su rassegne di arte e spettacolo di rango internazionale. Vanno ripristinati ordine e rispetto. Con la lungimiranza che oggi manca.