Una tavolata «senza muri» lunga come via della Conciliazione
Pasti per 700 persone di etnie e religioni diverse. Gentiloni: la città dell’accoglienza
Ieri a a via della Conciliazione è stata allestita la «tavolata romana senza muri», organizzata dal I municipio con Focsiv, Ferpi, Intersos e Masci, un tavolo di 270 metri per 700 ospiti di tutte le nazionalità serviti da oltre 200 volontari. Pasta, pizza e frutta per dire che «Roma accoglie tutti».
Pasta al pomodoro con le olive, pane e pizza bianca, frutta. Un pranzo con una scenografia spettacolare: la basilica di San Pietro. È la «tavolata romana senza muri», ovvero un tavolo da pranzo di 270 metri su via della Conciliazione. Con oltre mille persone tra commensali (circa 700), volontari e moltissimi cittadini che hanno partecipato ieri all’iniziativa organizzata dal Municipio Roma I Centro in collaborazione con Focsiv Volontari nel Mondo, con Ferpi - Federazione Italiana Relazioni Pubbliche, Intersos e Masci - Movimento Adulti Scout Cattolici Italiani.
Il colpo d’occhio è notevole, la mensa dal colore gialloverde (una coincidenza precisano gli organizzatori) che si snoda su una delle strade più significative della città offre un’aria di festa, di pace. I bambini giocano mentre mordono la pizza, gli invitati al pranzo «senza muro» si sorridono e sgranocchiano anche se si conoscono poco. Anche se tra loro non possono dialogare se non con i sorrisi, parlando lingue diverse.
«Questa è Roma, la vera città che conosciamo - spiega Sabrina Alfonsi, presidente del I Municipio, organizzatrice dell’evento con Focsiv -. La capitale è sempre stata una città dell’accoglienza, di tutti quelli che da centinaia d’anni l’hanno scelta senza esserci nati. Noi siamo accanto alla rete del volontariato e dei più deboli».
L’evento è stato pensato dopo la tavolata analoga che è stata preparata a Milano, «Roma doveva dare la sua risposta», precisa Alfonsi. Tra i commensali c’è Emma Bonino che lancia l’idea di promuovere altri pranzi «senza mura» in tutte le città italiane.
«Questa giornata è la dimostrazione chiara che esiste un’altra Italia, che deve essere valorizzata - spiega Bonino viviamo in tempi cupi abbiamo bisogno di momenti condivisione come questo. Questo è un tavolo d’impegno e speranza, certo le regole sono necessarie, bisogna cambiare la Bossi-Fini per regolare i flussi. Ma chi è in difficoltà deve essere sempre protetto, Roma oggi e sempre vuole abbattere tutti i muri».
Il sole rende scintillante la festa, c’è la musica ed il discorso istituzionale è breve: la pasta altrimenti si raffredda. «La nostra è un’iniziativa volta ad affermare una visione di Roma come città accogliente, inclusiva, aperta al dialogo affermano i promotori - è un momento conviviale per promuovere la bellezza dell’incontro con culture e religioni diverse. Uomini, donne e bambini di tutte le etnie si ritrovano insieme per consumare un pasto semplice. Un gesto simbolico di rispetto verso la dignità delle persone e di solidarietà con chi ha poco e con chi è stato costretto a lasciare il suo Paese per trovare una vita più dignitosa».
Anche l’ex-presidente del Consiglio Paolo Gentiloni partecipa al pranzo. «Roma è la città dell’accoglienza e della solidarietà - dice-. E questa giornata lo ricorda a tutti, è importante sostenere le Ong che ogni giorno lavorano per abbattere i muri e le discriminazioni. Questa splendida tavolata è la risposta ad un mondo che a volte ci appare terribile. L’unico muro che ci piace, che ci interessa, è quello delle nostre ragazze della pallavolo».
Un cardinale porta i saluti di Papa Francesco, la vice presidente della commissione Europea, Federica Mogherini, invia una lettera di saluti attraverso Alfonsi. «Sedersi a tavola insieme per condividere un pasto è un gesto semplice e potente di rispetto ed inclusione - scrive - “Convivium”, mangiare insieme era sinonimo di convivere, vivere insieme...».