Dal Tritone alla periferia: ventuno roghi in un anno
Sono 69 i bus a fuoco dal 2016. La perizia: non c’è sabotaggio
Sessantanove bus a fuoco dall’inizio del 2016. Ventuno solo quest’anno. Ne mancano ancora due per rispettare la media annuale. Sono stati quasi dieci mesi meno drammatici rispetto al biennio precedente, anche se nel corso del 2018 non sono mancati episodi molto gravi, come l’incendio dell’autobus in via del Tritone, con una commessa ustionata e mille polemiche. Un quadro che continua a essere comunque inquietante, nonostante a inizio settembre una consulenza chiesta dalla procura abbia escluso sabotaggi di qualche genere nei primi sei roghi di mezzi Atac dell’anno, pur non potendo negare che ci possano essere elementi di dolo negli altri episodi. Se da un lato infatti manomissioni delle canaline dei binari dei tram sono state accertate - anche se non sono stati trovati i responsabili - per mettere in crisi il sistema frenante a sabbia dei convogli, dall’altro sulla strage di autobus per ora c’è soltanto la scarsa manutenzione alla base delle fiamme che hanno carbonizzato decine di vetture, per fortuna senza provocare vittime.
I danni a terzi fino a oggi sono stati tuttavia ingenti. Basti pensare ai due interi palazzi anneriti dalle fiamme a Pineta Sacchetti e anche vicino a San Pietro, con i condomini - specialmente nel primo caso - barricati in casa nel cuore della notte. Molti i casi di vetture bruciate mentre andavano al deposito a fine turno oppure erano appena uscite dalle rimesse. A bordo c’erano solo gli autisti che si sono messi in salvo dopo aver tentato di spegnere il fuoco con l’estintore in dotazione. Teatro di questi avvenimenti spesso le rampe d’accesso e di uscita del Raccordo anulare. E le consolari.
Molti però anche gli episodi più drammatici, con passeggeri fuggiti dopo l’apertura delle porte da parte del conducente. A volte veri e propri gesti eroici per salvare la vita a chi si trovava a bordo. Dopo ogni incendio l’Atac ha sempre aperto indagini interne per accertare le cause dei roghi, ma i risultati non sono stati resi pubblici, sebbene - e in questo caso la consulenza della procura ne è una conferma ulteriore - appaia chiaro che a far scoppiare i roghi siano stati problemi tecnici: motore surriscaldato, perdite d’olio, impianto elettrico i tilt, in alcune circostanze anche un malfunzionamento dell’aria condizionata.
Sono stati rilevati anche usura estrema dei pneumatici e distacco di paratie laterali. In un caso - anche se non c’entrano gli incendi - una scooterista romane fu investita da un portellone perso da un bus nei pressi del tunnel sotto il Gianicolo e riportò gravissime ferite tanto da dover rimanere ricoverata a lungo al Policlinico Umberto I. Un’altra testimonianza dello stato di salute di una parte dei bus romani, alcuni dei quali con un’anzianità di servizio fra i 12 e i 15 anni, mandati tuttavia in strada lo stesso per assicurare le linee a disposizione di migliaia di persone dopo riparazioni effettuate - come hanno più volte denunciato in passato i sindacati di categoria cannibalizzando altri veicoli fermi, ormai destinati agli sfasci. In numerose occasioni alle otto officine dell’Atac per gli interventi tecnici sui bus sono arrivati alert per segnalare difficoltà nel reperimento di pezzi di ricambio. Nel 2016 fu il caso di quelli per l’impianto frenante, al punto che si rese necessario sospendere alcune tratte.