Funerali low cost, l’ultima truffa
Cinquanta anziani denunciano il raggiro dopo aver versato la caparra di 300 euro
Una proposta per organizzare, a prezzo di saldo, il primo giorno della propria morte. Auto, bara, personale porta feretro, nonché vestizione, il tutto alla modica cifra di 700euro. Caparra prevista per la prenotazione del servizio: dai 200 ai 300euro. Soldi versati da cinquanta persone anziane, che poi hanno scoperto di essere state beffate sulla programmazione del loro funerale low cost.
Presa coscienza sofferta della realtà, ma avvenuta con largo anticipo sulla loro dipartita, tanto da aver permesso a ognuno di loro di denunciare l’imbroglio alla procura. Il pm Pierluigi Cipolla, titolare dell’inchiesta dove s’ipotizza la truffa, ancora non ha individuato gli organizzatori dell’imbroglio. Dalle testimonianze raccolte però è possibile delineare lo schema del raggiro. Tutto comincia con una telefonata mirata. A ricevere lo squillo è un pensionato, individuato attraverso un’accurata selezione.
Il profilo delle potenziali vittime deve corrispondere a quello di una persona con un tenore di vita dignitoso, allettata dal pensiero di risparmiare qualcosa per il proprio funerale così da togliere il peso delle spese ai familiari. Il dialogo, riferito alle forze dell’ordine, è in tono gentile. Il proponente, privo di accento, si presenta raccontando di essere titolare di una ditta che organizza funerali. Fa qualche battuta per alleggerire l’argomento. Una volta ottenuta la fiducia del signore (o della signora) avanza il suo suggerimento: programmare il servizio funebre per soli 700euro. Cifra irrisoria, ma che, specifica l’uomo, è il risultato di uno sforzo dell’azienda, una start up del settore. Tuttavia l’offerta è a numero chiuso.
Per entrare nella lista è necessario, sottolinea il titolare, versare un acconto tra i 200 e i 300euro. Alcuni anziani rifiutano, altri accettano. Strappato il si, scatta la trappola. I benefici, rimarca più volte l’imprenditore dell’inesistente ditta, si hanno solo dando subito l’anticipo. Ovviamente in contanti, niente bonifici o bollettini postali. La celerità è tutto, preme l’uomo, perché la lista è quasi chiusa. Adempiere, aggiunge la voce telefonica, è facile. Sarà lui a mandare a casa dell’anziano un galoppino cui consegnare la cifra. Nel frattempo, lo sconosciuto comunica al pensionato il telefono cellulare della ditta. Dato il denaro al collaboratore inviato dalla voce, l’anziano scopre il bluff pochi giorni dopo, quando si reca a ritirare la documentazione attestante l’inserimento nella lista. Solo che a quell’indirizzo non c’è nessuno. Qualcuno se ne va in silenzio. Cinquanta anziani invece hanno denunciato l’imbroglio.
Le vittime
Sono convinte per telefono. Ma dopo la consegna dell’anticipo si scopre il bluff