Roma in ginocchio per il nubifragio. E la sindaca: «Chiedo scusa»
Dopo che grandine e nubifragio hanno messo in ginocchio la Capitale, arrivano da Facebook le scuse della sindaca ai cittadini «per i disagi» domenica sera. Ma sul web in tanti ironizzano sulla tempesta, che fa fatto molti danni, e puntano il dito contro la mancata manutenzione delle caditoie da parte del Comune. Il Pd e FdI attaccano la giunta.
Domenica sera a Roma in 30 minuti è caduta la pioggia che normalmente dovrebbe accumularsi nell’intero mese di ottobre. Il forte nubifragio, accompagnato dalla violenza della grandine, ha scaricato al suolo 70 millimetri di pioggia, pari a 70 litri di acqua su metro quadrato. Lo scenario da apocalisse urbana, le strade rese fiumi con agglomerati di ghiaccio e rifiuti fluttuanti nell’acqua, e l’aumento della frequenza di eventi meteorologici estremi ci inchiodano a una riflessione. Il mese di ottobre fino ad ora per mezza Europa, soprattutto per il settore scandinavo, ha segnato l’ennesima fase di caldo anomalo. A Roma la consueta ottobrata ci ha riservato pomeriggi a 27°C, come se fossimo in giugno. Il caldo e la grande umidità dovuta a tanti giorni di Scirocco sono stati i «carburanti», i fattori che hanno favorito un nubifragio di questa portata. La «miccia» ha preso le sembianze di una normale perturbazione autunnale proveniente dai Balcani, la prima della stagione carica di aria più fresca e instabile. L’anomalia del nubifragio non dipende dunque dall’intensità della perturbazione, ma dal calore eccessivo presente al suolo che ha fornito moltissima energia per l’innesco del temporale. La Protezione civile aveva emesso nel Lazio per la giornata un’allerta gialla per rischio temporali: non significa un’allerta «poco grave» ma «locale», cioè riferita a fenomeni temporaleschi, anche molto violenti, che possono colpire una porzione limitata del territorio. E così è stato. Gli effetti del forte, e locale, nubifragio, sono stati amplificati dal fatto che la pioggia è caduta in una zona altamente abitata e cementificata, resa cioè praticamente impermeabile.