Champions, un’altra notte da brividi
I giallorossi col Cska Mosca (ore 21). Di Francesco, appello ai tifosi: «Sosteneteci»
Torna la Champions League e la Roma è chiamata a riscattare l’incredibile sconfitta casalinga di sabato scorso contro la Spal: stasera all’Olimpico (fischio d'inizio alle ore 21) i giallorossi affrontano il Cska Mosca nel terzo turno della fase a gironi. La squadra di Di Francesco, seconda con il Real Madrid a quota 3 punti, ha la possibilità in caso di vittoria di scavalcare i russi (primi con 4). Il tecnico recupera De Rossi e lancia un appello ai tifosi: «Sosteneteci».
Per l’ennesima partita della vita, che quest’anno arriva con anticipo da record sui tempi canonici, Eusebio Di Francesco si affida ai senatori e al pubblico. Non potrà farlo con Javier Pastore, che si è fatto male ancora una volta, non si è allenato ed è fuori dalla lista dei convocati: nel derby si infortunò al polpaccio sinistro, ieri è stato bloccato dal polpaccio destro. Il mistero buffo continua: l’argentino è stato pagato 24,7 milioni di euro, ha segnato due gol (di tacco) in campionato ma per il resto non ha lasciato traccia. I suoi infortuni hanno lasciato spazio a Lorenzo Pellegrini, un altro dei giovani che si stavano perdendo, ma è una consolazione agro-dolce.
Alla vigilia della prima sfida contro il Cska Mosca (ritorno il 7 novembre) l’allenatore abruzzese ha recuperato De Rossi (sarà titolare) più Kolarov e Schick (in panchina). Torna Santon dall’inizio e rientra naturalmente Manolas, tenuto a riposo (sbagliando valutazione) nella sconfitta di sabato contro la Spal. Sarà di nuovo la Roma della «vecchia guardia», insomma, quella a cui Di Francesco ha ormai legato il suo destino.
Il tecnico ha provato anche con la mozione degli affetti: «Stasera avremo un grandissimo bisogno del nostro pubblico, al di là se ci saranno 30mila, 35mila o 40mila spettatori. Poi è normale che dovremo essere bravi noi a trascinarli con la prestazione e gli atteggiamenti giusti».
Il riferimento non è casuale. I comportamenti giusti frase che usava spesso Spalletti - secondo Di Francesco sono mancati proprio nell’avvicinamento alla partita contro la Spal. E sarebbero sempre i più giovani - peraltro facili bersagli - quelli più coinvolti: «Quello che ci diciamo in spogliatoio resta interno e riservato. Dico solo che le partite non si preparano nelle ultime due ore. Ci sono passaggi a vuoto perché i giovani passano attraverso prestazioni buone e meno buone. Alla Roma, però, si è costretti a vincere. Io do a tutti una pos- sibilità, ma come l’ho data la posso anche togliere. È difficile riprendere Fazio negli allenamenti (l’argentino era presente alla conferenza stampa: «Ai giovani non devi dare lezioni, ma esempi»; ndr), semmai a situazioni legate a un episodio. Posso assicurarvi che a Fazio io non posso insegnare nulla su come preparare una partita. Questa mentalità va trasferita ai giovani». Magari si può fare anche senza tribune punitive annunciate in pubblico il giorno prima.
L’appello
Questa squadra ha bisogno di affetto. I giovani? Devono avere i comportamenti giusti