Desirée, il giallo del telefono abbandonato
Interrogati in quattro, c’è anche la cugina
Le testimonianze di due cittadini stranieri, un senegalese e un nordafricano potrebbero aiutare nella risoluzione del giallo della morte di Desirée Mariottini, la 16enne trovata senza vita nella notte tra giovedì e venerdì in un rudere di San Lorenzo. La procura indagata per violenza di gruppo e omicidio. Interrogate altre due ragazze. Sul luogo del decesso trovato anche un telefono, forse della vittima.
Si sono presentati uno dopo l’altro. Due immigrati che gravitano attorno al palazzo occupato in via dei Lucani e che hanno voluto raccontare quello che avevano visto soltanto due giorni dopo la morte di Desirée Mariottini. Ma le loro testimonianze sarebbero molto importanti, sia per ricostruire quello che è successo nella notte fra giovedì e venerdì scorsi, sia per rintracciare i tre-quattro stranieri che — a loro dire — sarebbero coinvolti nella violenza sessuale sulla sedicenne di Cisterna di Latina. La ragazza, come ha accertato ieri l’autopsia effettuata all’istituto di medicina legale dell’università La Sapienza, aveva assunto sostanze stupefacenti. Uno dei due testimoni si è presentato nella stazione dei carabinieri di San Lorenzo ed è stato successivamente consegnato alla polizia, che indaga sulla tragica fine della minorenne. L’altro invece è stato sentito direttamente dagli agenti.
Ma c’è anche dell’altro. Accertamenti sarebbero in corso su un telefono cellulare, con presunte tracce di sangue, che sarebbe stato ritrovato nel palazzo occupato. Non è chiaro se si tratti dell’apparecchio della vittima oppure se appartenga a uno degli aggressori, o ancora a uno degli occupanti che nulla ha a che fare con la morte della sedicenne. Il telefonino sarà adesso analizzato dagli specialisti della polizia scientifica per capire cosa ci sia nella memoria. Le indagini sono arrivate a una svolta con l’apertura di un fascicolo per omicidio e violenza sessuale di gruppo da parte del pool di magistrati della procura, diretti da Maria Monteleone, che si occupa anche di abusi. Prima di allora poco o niente si era saputo sulla trappola nella quale Desirée - che era venuta a Roma senza dire nulla alla madre Barbara (credeva che la figlia fosse andata a dormire da un’amica) - sarebbe caduta nella serata di giovedì, forse proprio per compare droga. Al punto che per giorni la vittima è stata invece descritta in un primo momento come una sbandata di 30anni. Il rudere dove è stata trovata è stato sequestrato e si esaminano i filmati delle videosorveglianze di zona.
E mentre si cercano i responsabili, si lavora alla ricostruzione di quelle ore. L’aggressione potrebbe essere scattata dopo che la sedicenne, studentessa in un istituto comprensivo di Cisterna, appassionata di hip-hop, aveva assunto sostanze stupefacenti.
I verbali
Due testimoni chiave «Lei era distesa sul letto, l’hanno violentata in tre o quattro»
Bisogna ora stabilire chi ha fornito la droga - e di che tipo - alle due altre ragazze che, secondo uno dei testimoni, si trovavano con lei e che avrebbero assistito quantomeno al decesso della sedicenne, trovata dai soccorritori su un letto, avvolta in una coperta. Non solo.
Indagini sono in corso per capire chi ha telefonato al numero di emergenza per chiedere l’intervento di un’ambulanza. Oltre ai due extracomunitari, la polizia ha identificato e sentito altre persone che vivono nel cantiere e le due ragazze, una delle quali sarebbe la cugina di Desirée che vive a Roma. Il condizionale è d’obbligo perché sulla vicenda il riserbo rimane assoluto. Anche se non sono esclusi a questo punto nuovi sopralluoghi nel complesso abbandonato. Ad affiancare la procura nelle indagini c’è da ieri anche l’inserimento della squadra mobile.