I DIRITTI NEGATI
Prendiamo la giornata di ieri. Una scala mobile della metropolitana che in pieno centro crolla provocando una ventina di feriti, di cui uno grave. La linea C - la più nuova - che al mattino si interrompe per un improvviso «guasto tecnico» a un convoglio; poco dopo, su un altro treno i passeggeri (intrappolati in galleria) hanno «iniziato - così scrive l’Atac - ad azionare i sistemi d’allarme». Risultato: «Evacuazione in assoluta sicurezza». Cioè persone a piedi nelle gallerie. Sui social, immediatamente, si è sollevata la protesta.
Sempre ieri, in diverse zone si contavano, così come da mesi, i rifiuti abbandonati. Nella stessa giornata, l’Ama provava a trovare una via d’uscita dal dissesto economico che ha spinto il suo capoazienda ad «azionare i sistemi d’allarme», come direbbero all’Atac: c’è il rischio, ha scritto, di non pagare gli stipendi di ottobre e novembre. Le due municipalizzate sono cioè in ginocchio: una, l’Atac, ha ottenuto dal tribunale il concordato in continuità; l’altra, l’Ama, è indebitata fino al collo. E per i cittadini intanto che si fa? Forse sarebbe ora di garantire ai romani un po’ di servizi efficienti e in sicurezza: cioè il diritto di cittadinanza, prima ancora che il reddito di cittadinanza. È una buona idea, no?