Rifiuti, la città è sommersa L’ad Bagnacani in bilico
Non si placa lo scontro tra Comune e Ama
Mentre continua il caos dei cumuli di rifiuti sulle strade non si placa lo scontro tra Comune e Ama dopo l’allarme dell’ad, Lorenzo Bagnacani sugli stipendi a rischio di ottobre e novembre, a causa della mancata approvazione del bilancio e del blocco dei crediti bancari. Ma se la linea dell’assessore capitolino Gianni Lemmetti è di mettere in conti in rosso, da Ama non si torna indietro «perché si rischia il falso in bilancio». Domani sciopero nazionale e il 5 quello dei dipendenti di Ama.
Caos rifiuti sulle strade, scontro tra Comune e Ama e due scioperi dei netturbini nell’arco di dieci giorni. Lo scenario nel mondo dei rifiuti è a dir poco a tinte fosche.
La raccolta dei camion di Ama sulle strade della città, per lo più con la corsa a svuotare i cassonetti lasciando a terra i residui tra buste strappate e rifiuti sparpagliati, è sempre più affannosa. Da Don Bosco a via Palmiro Togliatti a raccontare il disastro sono i negozianti con i rifiuti sui marciapiedi, mentre i residenti minacciano di dar fuoco ai cassonetti. Contenitori bruciati, rotti e rovesciati sono già visibili in altre parti della città. Tra via Sardegna, via Calabria e via Campania, vicino a via Veneto, i cumuli di sacchi offrono lo spettacolo indecoroso di vere e proprie discariche.
Intanto l’ad di Ama, Lorenzo Bagnacani, dopo il grido d’allarme - «Gli stipendi di ottobre e novembre sono a rischio» - inviato venerdì scorso alla sindaca Virginia Raggi chiedendo le garanzie per riaprire i crediti bancari e poter pagare dipendenti e fornitori, non ha ricevuto riscontri dal Campidoglio. Nei corridoi vige un silenzio assordante.
L’assessore Gianni Lemmetti, che sta tenendo in sospeso il bilancio di Ama da cinque mesi, determinato a non riconoscere i 18 milioni di passivo per il contenzioso che la municipalizzata si trascina da dieci anni sui servizi cimiteriali, ha riscosso una settimana fa il consenso del vice sindaco Luca Bergamo e della responsabile dell’Ambiente Pinuccia Montanari. Di fatto quindi il Campidoglio sta imponendo all’ad di Ama i conti in rosso.
«Nessun cambiamento di linea altrimenti si rischia il falso in bilancio», dicono dall’interno di Ama, rilevando che l’azienda è finanziata dai contribuenti con la Tari, la tassa dei rifiuti. Ma nello scontro con il Comune potrebbe rimetterci Bagnacani, chiamato dalla stessa sindaca un anno fa poco dopo l’arrivo dell’assessora Montanari, entrambi graditi a Beppe Grillo e ora in acque poco tranquille.
Bagnacani e Montanari si trovano a concludere il 2018 con pochissimi risultati, tra l’aumento complessivo dei rifiuti, la differenziata che non migliora e la costante criticità della raccolta. «Presenterò entro il 15 novembre al ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, il nuovo piano industriale», ha assicurato dieci giorni fa Bagnacani, ma l’ad potrebbe avere i giorni contati.
«Ha tutta l’aria di essere l’agnello sacrificale della fallimentare gestione dei rifiuti» attacca il capogruppo del Pd, Antongiulio Pelonzi.
Intanto i dipendenti di Ama in agitazione da settimane, si preparano a scioperare domani (con la convocazione nazionale) e il 5 novembre (con quella comunale).
La lettera
Raggi non ha risposto alla lettera con cui l’azienda ha lanciato l’allarme stipendi