Corriere della Sera (Roma)

Strade sporche, colpa non nostra

- Rinaldi

L’allarme stipendi lanciato dall’ad di Ama Lorenzo Bagnacani non spaventa gli operatori che raccolgono i rifiuti. Luca, da 31 anni in azienda, minimizza così: «Sono chiacchier­e, non è la prima volta. Tra Stato, Regione e Comune troveranno una soluzione». L’idea di Luca e dei suoi colleghi è che un servizio così essenziale non possa subire interruzio­ni. «Anche in passato si è parlato di tagli, licenziame­nti e riduzione degli stipendi afferma un altro operatore in largo San Rocco -. Ma poi, alla fine, non è mai cambiato nulla». Non tutti però sono della stessa opinione.«L’appello di Bagnacani non deve essere sottovalut­ato - dice un lavoratore, che preferisce restare anonimo, all’opera in via Giulia -. Speriamo di essere in tanti almeno allo sciopero» (previsto per il 5 novembre, ndr). Sulle responsabi­lità i dipendenti si consideran­o «il capro espiatorio» di un sistema che non funziona: «Non è mica colpa nostra se le strade sono piene di spazzatura», sostengono. «Noi ci prendiamo gli insulti in silenzio e nessuno ci difende afferma Sebastiano, 53 anni, da 25 in Ama -. Tutte le amministra­zioni hanno sempre promesso di risolvere il problema della chiusura del ciclo di rifiuti, ma l’incenerito­re resta un sogno. Intanto continuiam­o a vendere i nostri rifiuti in altre regioni e all’estero, così gli altri ci guadagnano e noi rischiamo di fallire».

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