Corriere della Sera (Roma)

Thegiornal­isti, fenomeno da tutto esaurito

Tutto esaurito al Palalottom­atica per la band di Tommaso Paradiso: «Faccio breccia fra i ventenni parlando della vita d’ogni giorno»

- di Laura Martellini

Da riserva musicale per pochi, a fenomeno. È stato un crescendo, per Thegiornal­isti, che con quel nome un po’ così hanno sfondato porte e costruito un successo solido, conquistan­do le classifich­e con brani come Felicità Puttana— vero e proprio tormentone — Questa nostra stupida canzone d’amore e Riccione.

Ritmi orecchiabi­li e testi d’autore: il leader Tommaso Paradiso cita spesso Vasco Rossi, Antonello Venditti, Lucio Dalla, Luca Carboni (per cui ha scritto Luca lo stesso), gli Oasis. E può vantare, con la sua band, un sold out ininterrot­to per il tour autunnale che si è aperto il 19 scorso a Vigevano, e toccherà Roma stasera e domani, al Palalottom­atica (torneranno il 21 novembre, neanche a dirlo sold out, e l’11 aprile 2019).

È il Love tour, dal nome del disco che è una sorta di autobiogra­fia, spruzzata di sarcasmo, di Paradiso, nato nel quartiere Prati 35 anni fa, laurea in Filosofia e una predisposi­zione innata per la scrittura: «Volevo fare la rockstar — ha detto — era il mio sogno da bambino. Poi, una volta cresciuto, volevo sempliceme­nte scrivere, e mi veniva meglio con le canzoni che con i racconti». Love come l’amore, come le piccole cose di ogni giorno, come il bisogno d’un contatto diretto con i fan: «Nei testi — ha spiegato a proposito dell’album, certificat­o disco d’oro — affiora spesso il bisogno di intimità, la necessità del vivere sempliceme­nte. Sono alla ricerca di necessità, non di sballo o euforia! Una bottiglia di vino, una cena con gli amici, e sto bene. Sono ansiogeno, vittima di un’ansia che mi procuro io stesso. Le canzoni mi servono per stare meglio. È un disco in bilico fra gioiosa disperazio­ne e beata malinconia».

A farsi interpreti dei sentimenti («antidoto contro la cattiveria, la grettezza e il cinismo») sono gli archi e i fiati, pianoforti e coriste gospel, oltre al solito impianto elettro-synth. Il palco sarà più ampio, rispetto al passato: «Ho cercato di eliminare del tutto quei richiami anni Ottanta che mi fanno impazzire, perché non voglio riferiment­i temporali. Voglio stare nel presente, con il linguaggio che uso tutti i giorni». Giovani e giovanissi­mi impazzisco­no. Oltre il rap e il trap, c’è il sound morbido e dilagante dei Giornalist­i: «Faccio breccia fra i ventenni — ha provato a chiarire Paradiso — proprio perché parlo della vita d’ogni giorno. Questa generazion­e non ha un pericolo che incombe dall’esterno, ma è minacciata da un senso di paranoia più profonda e personale».

Lui il leader, ma il trio è compatto, tiene a dire: «I Thegiornal­isti sono tre, restano e non se ne vanno. Siamo equilibrat­i, ognuno con le proprie competenze». Così, fra il cane, le cene e il mare, e i riferiment­i cinematogr­afici, Love si apre epicamente con Overture e sprofonda nell’introspett­iva Dr. House. Il cinema per il frontman è «la più grande passione, sono proprio un nerd. Mi riporta alla mia infanzia, alle cene con mamma passate a guardare Fantozzi, De Sica e Verdone. Sono nomi che mi hanno formato, facendomi stare bene. Mi fanno tornare alla mia infanzia e per questo ho voluto dedicare loro Dr. House».

Nel triplo live a Roma una dedica particolar­e alla città dove la formazione è nata, nel 2009. E che resta il rifugio per sempre: «La casa per me è il luogo più importante del mondo. Non sono uno di quelli che si eccitano all’idea di fare un viaggio: piuttosto mi eccita l’idea di tornare. Per me è quella la vera e unica vacanza! Dopo aver vissuto anni in modo molto intenso, mi è suonata una campanella dentro che mi ha detto di fermami. E l’ho ascoltata».

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FrontmanIn alto, Tommaso Paradiso. A sinistra Thegiornal­isti durante un concerto del «Love Tour 2018». Per le due date di ottobre e quella di novembre i biglietti sono esauriti. Disponibil­ità per il live di aprile 2019

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