Inzaghi: «Niente alibi, Inter più forte»
Il tecnico della Lazio è onesto: «Loro hanno meritato la vittoria, ma adesso guai a fare drammi»
Grande con le piccole, piccola con le grandi. Il destino della Lazio, in queste prime dieci partite di campionato, è fin troppo facile da riassumere e decifrare: sei vittorie, nessun pareggio, quattro sconfitte. Contro Napoli e Juventus nelle prime due giornate, poi la Roma e ieri l’Inter: tre di queste quattro squadre sono sopra la Lazio, poi c’è stato il derby.
Bene farà la Lazio, da qui a maggio, a non lasciare le briciole a chi sta sotto, a cominciare dalla Spal ospite domenica all’Olimpico, ma anche contro Spalletti (e non contro gli ex De Vrij, Candreva e Keita lasciati tutti in panchina, solo il senegalese è entrato a giochi fatti), la sensazione è che la squadra si sia sciolta davanti alle difficoltà. Soprattutto in difesa, con tanti spazi concessi e con tre gol subiti in un colpo solo dopo due partite (Fiorentina e Parma) chiuse con la porta blindata.
Non può essere una casualità, Inzaghi - ancora una volta quasi senza voce - è il primo a saperlo. «Ci manca quella convinzione che abbiamo in altre partite - dice -. Quella dell’Inter è stata una vittoria netta e non bisogna stare qui a cercare alibi, come l’assenza di Leiva o l’infortunio di Badelj (nuovamente fermato da
un problema alla coscia, il connazionale Perisic è andato a consolarlo, ndr). Siamo stati in partita, abbiamo creato i presupposti per fare bene, ma non ci si può permettere di subire un gol come il primo, perdendo un contrasto. Dopo il primo gol, poi, abbiamo creato più noi: non ricordo parate di Strakosha, mentre
ricordo parate di Handanovic. In questo momento, però, l’Inter ci è superiore: dobbiamo lavorare e migliorare».
Un problema esclusivamente di atteggiamento, quindi: «Sì, in queste partite ci manca. È anche vero che in altre gare non troviamo Handanovic, non troviamo Miranda, che altre squadre non si possono permettere, come non si possono permettere De Vrij, Candreva, Keita e Lautaro Martinez in panchina. Lo scorso anno avevamo gli stessi problemi, ma era capitato di giocare meglio, come a San Siro o il 20 maggio, quando non eravamo stati inferiori all’Inter. Ci lecchiamo le ferite, ma guardiamo avanti con ottimismo: è giusto riflettere, però siamo ancora quarti in classifica».
La consolazione è proprio questa: la Lazio, come il 20 maggio, ha perso all’Olimpico
❞ L’allenatore/1 Non ci si può permettere di subire un gol come il primo di Icardi, perdendo un contrasto
❞ L’allenatore /2 Ci lecchiamo le ferite, è giusto riflettere, però siamo ancora quarti in classifica
contro l’Inter, ma se il campionato finisse oggi sarebbe in Champions. Un punto di ripartenza, anche perché prima di un’altra big, il Milan il 25 novembre, ci sono Spal e Sassuolo. E così come la Lazio è piccola con le grandi, deve restare grande con le piccole.