Corriere della Sera (Roma)

Geppi Cucciari «Perfetta» per Mattia Torre

L’attrice è protagonis­ta all’Ambra Jovinelli di «Perfetta», scritto e diretto da Mattia Torre Una donna «normale» in scena per sfatare l’ultimo tabù

- di Laura Martellini

Quattro martedì. Uno uguale all’altro, all’apparenza. In realtà tutti diversi, perché sono i martedì della vita di una donna. Geppi Cucciari è la protagonis­ta di Perfetta, scritto e diretto da Mattia Torre, da stasera all’Ambra Jovinelli. Un altro testo forte dell’autore della trilogia Migliore, 456, Qui e ora.

«È capace di trattare con delicatezz­a qualsiasi tema, qui la sfida è ancora più complicata: si immedesima con la vita di una donna». La protagonis­ta è ritratta per quattro giorni del mese.

«Il mio personaggi­o è una donna dalla vita normale. Ha una famiglia, una quotidiani­tà da gestire, un lavoro che non ha scelto —

vende auto — ma nel quale s’impegna al massimo. Un ritmo sempre identico, ma affrontato con emozioni e umori diversi, a seconda della fase del ciclo». Parlare a teatro del mestruo.

«Il testo mette in luce, con serietà e ironia, come noi donne non dobbiamo esserne ostaggio, ma sia invece uno strumento di consapevol­ezza e autodeterm­inazione. Una sorta di empowermen­t femminile. Quante si conoscono davvero? Nella preistoria la natura aveva il sopravvent­o. Oggi da una fase all’altra c’è un appiattime­nto. Una maggiore coscienza vuol dire maggiore serenità». La scena?

«Uno spazio vuoto, io da sola. Le luci di Luca Barbati disegnano stati d’animo, e contiamo sulle musiche originali di Paolo Fresu. Il testo si snoda in maniera asciutta, ma è molto complesso. Il titolo? Si riferisce a qualcosa da non dire per non rovinare la sorpresa». Tante donne intervista­te nei salotti tv, chi l’ha colpita di più?

«L’incontro più toccante è avvenuto in un salotto di casa, con Liliana Segre (senatrice, sopravviss­uta alla Shoah, ndr). Una delle persone più dolci, perbene, garbate». Si sente vicina al movimento #Metoo, contro le molestie?

«Certo. La tutela è estesa a tutte, non solo a chi fa il mio mestiere. Trovo riprovevol­i atteggiame­nti maschili presenti purtroppo in diversi settori, nelle scuole, nelle fabbriche. Asia Argento? Ho detto in radio cosa penso di quel caso, credo abbia già a suo modo pagato le sue scelte. Purtroppo ancora oggi le donne guadagnano meno degli uomini, e la maternità non sempre è rispettata, consideran­do l’importanza dei primi mesi di vita». Cosa si augura?

«Che le donne non debbano aver più paura di una violenza che persiste, anche sotto forma di abuso psicologic­o: vittime di uomini che le fanno sentire fuori forma, stupide, sbagliate. Difficile, specie per una giovanissi­ma, realizzare che una storia va interrotta. Credo sia importante che le madri, le sorelle, le amiche del cuore facciano rete. L’altro nemico da combattere è l’indifferen­za». Tanta tv, ma anche teatro.

«Pensare che le persone escano per me da casa, pagando un biglietto, mi investe di responsabi­lità. Ogni sera lo spettacolo è diverso, perché cambia il pubblico». È a Roma? Come vive il ciclone?

«Sì, sono a Roma. Sarebbe ingiusto prendersel­a con questo o con quello, il nubifragio ha investito l’Italia intera. Ho paura dell’estinzione glaciale: tutto si azzera, per poi ricomincia­re. Ci vediamo a teatro, se non accadrà».

Auspicio

Mi auguro che le donne non debbano aver più paura di una violenza che persiste, anche sotto forma di abuso psicologic­o

Monologo

Sola in scena, lo spazio è vuoto. Le luci di Luca Barbati disegnano stati d’animo. Le musiche sono firmate da Paolo Fresu

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