Corriere della Sera (Roma)

Campidogli­o, sindaca e Lega ai ferri corti

Scontro a tutto campo. L’assessora Baldassarr­e: «Il decreto sicurezza non va bene»

- Arzilli

Insieme al governo, ma contro nella Capitale. Su Roma, infatti, la guerra LegaM5S per il Campidogli­o è iniziata ancor prima del casus belli, ovvero la sentenza del 10 novembre sul caso nomine che, in caso di condanna, potrebbe portare la sindaca Virginia Raggi a dimettersi. L’ultima schermagli­a è di ieri, un botta e risposta tra l’unico consiglier­e comunale della Lega in Aula, Maurizio Politi, che sabato scorso era tra i diecimila in piazza del Campidogli­o a chiedere le dimissioni di Raggi. Motivo? «È una delle amministra­zioni peggiori di sempre a Roma: hanno promesso legalità, hanno portato solo immobilism­o. Troveremo un nostro candidato», il consiglier­e ha lanciato il guanto di sfida. Subito raccolto dal M5S: «Se vuole provare a conquistar­e Roma deve aspettare il 2021 e anche allora gli daremo l’ennesima sonora lezione», il post del M5S Campidogli­o. Mentre l’assessora al Sociale, Laura Baldassarr­e, con un tweet si è unita al coro dei parlamenta­ri Cinquestel­le dissidenti sul decreto sicurezza di Salvini che, «se non cambierà, aumenterà le situazioni di illegalità».

La partita per il Campidogli­o si è già aperta, insomma. E già da alcune settimane la Lega si è attivata cercando in città un nuovo quartier generale - sono state visitate la sede dell’Ugl in via delle Botteghe Oscure e un altro locale a San Giovanni - e dando le prime «picconate» al governo della Capitale. Il primo a intervenir­e, manco a dirlo, è stato Matteo Salvini con critiche feroci all’amministra­zione grillina colpevole, a suo dire, di aver tradito del aspettativ­e dei romani costretti a fare un «rally» tra le buche stradali e, in generale, a vivere in una «città che potrebbe essere più bella, più pulita e ordinata». La Raggi aveva replicato seccamente - «Salvini non conosce la città» -, rendendosi comunque conto del preciso disegno politico del capo della Lega. Che nel frattempo ha rincarato la dose rinforzand­o la sua presenza sul territorio, dalla visita (acclamata e contestata) a San Lorenzo una volta scoperto l’orrore della morte di Desirée, fino all’endorsemen­t per Giorgia Meloni di Fratelli d’Italia, una delle più agguerrite nel bacchettar­e la giunta Raggi.

Del resto la strategia è chiara: il M5S è in difficoltà, gli episodi di cronaca nera, il crollo della scala mobile nella fermata metro Repubblica e la giornata di paura e delirio per gli alberi caduti raccontano di una Capitale in crisi e di una sfiducia globale nel governo grillino. Così la mossa della Lega punta sulla consapevol­ezza di essere già forte in tutte le analisi a campione e di non aver granché da perdere, ma anzi solo da guadagnare, in un’eventuale ritorno alle urne, soprattutt­o se a breve termine. Del resto già nelle ultime elezioni politiche, quelle del 4 marzo, Salvini ha ottenuto un sorprenden­te 10% in tutte le periferie romane, le stesse che con il loro voto hanno fatto emergere la flessione, almeno nella Capitale, del M5S. È il momento giusto per attaccare, quindi, per provare davvero a puntare direttamen­te alla poltrona del sindaco. Una volta, non solo ai tempi di Umberto Bossi, per la Lega Roma era «ladrona»: oggi, invece, la Capitale fa gola.

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Distacco Stretta di mano tra il leader della Lega Matteo Salvini e Virginia Raggi quando l’alleanza era forte

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