Buche stradali, restano 20 milioni
Saltano gli interventi previsti a piazza Venezia, Pineta Sacchetti, Portuense e al viadotto della Magliana
Il «taglio» del governo lascia poche risorse per ripararle. Raggi: «Tria fa un torto a tutta la città»
Il governo taglia 180 milioni per le strade della Capitale e Raggi perde le staffe: «Penso che Tria non faccia un torto a me, ma a Roma e a tutti i romani. Sono arrabbiata con lui e spero che ci ripensi». Il Campidoglio - rimasto con in cassa 20 milioni all’anno per le strade - congela gli interventi previsti e spera che la manovra venga emendata. Ma, se accadrà, sarà solo dopo la sentenza che potrebbe portare Raggi alle dimissioni.
180 milioni sono saltati nella legge di Bilancio 2019 per le buche di Roma
156 milioni in 3 anni per la manutenzione dei 400 tra ponti e gallerie
Saltano i lavori su via Portuense (tre milioni di euro) e via della Pineta Sacchetti (1,5 milioni). Anche il restauro di ponte Risorgimento, il risanamento strutturale di ponte Flaminio e del viadotto della Magliana, non si faranno, almeno a breve. Come pure il rifacimento dei sampietrini a piazza Venezia, impegno da 4,5 milioni che slitta a data da destinarsi. Il governo dà buca alla Capitale sfilando dalla manovra i 180 milioni promessi alla sindaca Raggi, e il Campidoglio è costretto a mettere in stand by i cantieri - se non a rinunciarci - nella speranza che la legge di Bilancio «tagliata» dal capo del Mef, Giovanni Tria, venga emendata in Parlamento. «Penso che se Tria continua in questa direzione non fa un torto a Virginia Raggi, ma a Roma e a tutti i romani. Sono arrabbiata con lui, spero che ci ripensi e lavorerò per questo», ha detto ieri la sindaca. Che ha chiesto garanzie ai parlamentari grillini: si proverà a far ricomparire i soldi, ma non prima dell’11 novembre. Dopo, cioè, la sentenza sul caso nomine, passaggio che, in caso di condanna, può portare Raggi alle dimissioni.
Eppure i vertici del Movimento nel governo - dal premier Giuseppe Conte, al vice Luigi Di Maio fino al ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli - si erano esposti con la sindaca prima che Tria decidesse di tirare dritto tagliando tutte le voci non prioritarie, anche le strade della Capitale. E difficilmente il governo troverà le coperture per il contributo: tutto è risucchiato dalle misure «bandiera» del contratto M5S-Lega: reddito di cittadinanza e pensioni.
Il Campidoglio è rimasto di ghiaccio alla notizia dello stralcio. Raggi ha detto la sua, ma si è arrabbiato anche l’assessore al Bilancio, Gianni Lemmetti, che ha in mano il dossier “strade” e un piano (teorico) miliardario. I 180 milioni appena evaporati corrispondono, in realtà, ad appena il 12% di quanto calcolato dagli uffici per rimettere in sesto la città: almeno 1,5 miliardi per buche e voragini, per 400 tra ponti e gallerie (156,3 milioni
in tre anni), per i tratti pericolanti delle mura(40 milioni) e per scongiurare il rischio frane (altri 94). Solo per gli 800 km della viabilità principale competenza del Comune - servirebbero 160,2 milioni per il triennio. Numeri non compatibili con quelli della casse comunali: compresi i 180 appena saltati, si contava su un budget di 220 milioni per due anni di interventi sulle strade e le ultime variazioni di bilancio erano state disegnate dal Comune proprio in vista dei fondi governativi. Invece toccherà rifare i conti: con lo «sblocca cantieri» il Campidoglio ha ottenuto dal Mef 100 milioni di spazi di finanza pubblica, di cui 20,7 milioni da dedicare alle strade. In più ci sono altri 21 milioni dirottati sui municipi per i 4.200 km della rete stradale secondaria. In tutto, al momento, sono circa 40 milioni per i prossimi due anni, cioè un sesto del budget previsto.
Mi batterò affinché i fondi per le strade siano mantenuti
La stima Il Comune ha calcolato 1 miliardo e mezzo di euro per rimettere in sesto la Capitale