«Blaze Away», il ritorno dei Morcheeba
Auditorium Domani al Parco della Musica (Sala Sinopoli) il concerto della band londinese oggi composta da Skye Edwards e Ross Godfrey
IMorcheeba sono tornati. Con il loro nuovo album Blaze Away e un tour mondiale che domani sera li porterà dal vivo al Parco della Musica. Dall’hip hop al rock psichedelico, dal reggae all’elettronica, dal blues degli anni Cinquanta al country. Dopo un lungo silenzio discografico, i londinesi Skye Edwards e Ross Godfrey quest’anno hanno sfornato un disco pieno di energia. Dieci tracce che spaziano tra i generi più diversi. Rinnovando quel mix di ritmi e suggestioni sonore che sono state il segreto del loro successo.
«È un momento veramente speciale per noi — ha detto Ross Godfrey — sono 23 anni ormai che facciamo questo lavoro e non abbiamo mai avuto un pubblico così vasto come quello di oggi».
Con Blaze Away i Morcheeba hanno deciso di portare in studio la vena di follia che da sempre caratterizza le loro esibizioni dal vivo. «Desideravamo che fosse un disco spontaneo — ha sottolineato Godfrey — non come tante registrazioni talmente perfette e rifinite che finiscono per risultare noiose. Volevamo sentirci liberi».
Quest’anno i Morcheeba sono tornati alla ribalta senza Paul Godfrey. Il fratello di Ross che li ha lasciati nel 2013. Pare che i due non andassero più d’accordo musicalmente. Così nel frattempo Ross Godfrey e Skye Edwards due anni fa hanno annunciato il progetto Skye & Ross con cui hanno continuato ad andare in tour. Dopo aver rilevato i diritti di Paul sul nome del gruppo, quest’anno poi sono tornati al nome originario. In occasione del nuovo album — seguito a cinque anni di silen- zio discografico — e del tour che domani sbarcherà al Parco della Musica (ore 21, viale Pietro de Coubertin 30, tel. 892101).
E mentre i Morcheeba girano il mondo, Paul ha messo su uno studio di registrazione ad Hastings. «Paul rimarrà sempre una parte importantissima dei Morcheeba — ha aggiunto Ross — è inscritto nel dna del nostro sound. Lui ci ha portato il dj scratching e gli elementi hip hop. Che sono ancora una delle nostre influenze fondamentali, anche se meno presenti rispetto a quando lavorava con noi».
Subito dopo l’uscita del loro più grande successo, Big Calm (1998), i Morcheeba so-
no stati etichettati come gruppo trip hop. Per via dei diversi punti di contatto con Massive Attack e Portishead. «Non ho mai amato l’etichetta trip hop — ha detto Skye Edwards — ho sempre creduto che i nostri album non potessero essere ridotti a semplice downtempo con ritmica hip hop e voce femminile. Nella nostra musica c’è sempre stato molto di più».
Il loro sound inconfondibile è venuto fuori in maniera organica. Fondendo i mondi musicali di tre ragazzi londinesi che avevano gusti molto diversi. «Io ero appassionato di acid rock, musica psichedelica e blues — ha raccontato Ross — mio fratello amava l’hip hop di band come New Kingdom and Wu-Tang. La voce di Skye invece era ispirata all’universo della musica country e ad artisti come Nina Simone e Patsy Cline. Per forza di cose la sua vocalità ci ha portato ad avere un suono più soft. Non potevano sparare chitarre troppo pesanti perché altrimenti non la si sarebbe sentita».
Ecco il segreto dei Morcheeba. Un coacervo di mondi sonori. Tre visioni, tre approcci completamente diversi che si sono fusi per dare origine a uno dei sound più originali della musica inglese degli ultimi vent’anni.
❞ Carriera È un momento speciale per noi, in 23 anni mai avuto un pubblico così vasto come quello di oggi
❞ Il disco Un lavoro spontaneo, libero, non come certe registrazioni tanto rifinite da risultare noiose