Corriere della Sera (Roma)

Cimitero Laurentino, il Papa accolto da duemila romani

Bergoglio, prima di officiare messa, ha voluto fare una sosta nel cimitero dei bambini mai nati

- Simona De Santis

Sono arrivati in tanti, oltre duemila fedeli (incuranti del maltempo), per assistere alla messa che Papa Francesco ha tenuto, ieri, in occasione della commemoraz­ione dei defunti al Cimitero Laurentino.

All’ingresso, prima di essere salutato dal vicario di Roma, cardinale Angelo De Donatis, e dagli altri prelati presenti, il Pontefice ha scambiato una cordiale stretta di mano e alcune parole di saluto con la sindaca di Roma, Virginia Raggi, che lo attendeva nel piazzale antistante la chiesa dove si è svolta la funzione religiosa. Il Pontefice è stato accolto anche dal vescovo ausiliare per il settore Sud, Paolo Lojudice, e da don Claudio Palma, cappellano della Chiesa di Gesù Risorto, situata all’interno del cimitero alla periferia della Capitale.

Bergoglio, puntualiss­imo, è arrivato in auto e prima di officiare la santa messa, ha voluto fare una sosta nel «Giardino degli Angeli», il cimitero dei bambini che non sono mai nati. Papa Francesco ha camminato intorno alle piccole tombe, in silenzio. Dopo aver pregato per qualche minuto lontano dagli sguardi indiscreti delle telecamere, il Pontefice ha deposto su una delle tombe un mazzo di rose bianche e poi ha salutato alcune famiglie. «La memoria è quello che fa forte un popolo ha detto il Papa durante l’omelia - perché si sente radicato in un cammino, radicato in una storia. La memoria ci fa capire che non siamo soli, siamo un popolo: un popolo che ha storia, che ha passato, che ha vita». Nessun Papa aveva mai visitato il cimitero Laurentino prima d’ora. Per tre anni consecutiv­i, dal 2013 al 2015, il Pontefice ha celebrato la messa del 2 novembre al cimitero monumental­e del Verano. Nel 2016 Bergoglio ha invece scelto quello di Prima Porta, mentre lo scorso anno si è recato al cimitero americano di Nettuno con sosta alle Fosse Ardeatine. «In questo cimitero sono indicate le tre dimensioni della vita - ha concluso Francesco - la memoria impressa nelle tombe, la speranza che celebriamo nella fede e la strada del presente lastricata di amore. Chiediamo al Signore che ci dia la grazia di non perdere mai la memoria. Che ci dia la grazia della speranza perché la speranza è un dono: saper sperare, guardare l’orizzonte, non rimanere chiusi dietro a un muro». Dopo la messa al Laurentino, prima di rientrare in Vaticano, Francesco ha poi raggiunto le Grotte della Basilica Vaticana per un momento di preghiera in privato, in ricordo dei Pontefici defunti.

Il Pontefice «La speranza è un dono: saper sperare e non rimanere chiusi dietro a un muro»

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy