I GIORNI DELLA VERITÀ
Meno sei. Il conto alla rovescia è cominciato. Tra sei giorni si saprà se Virginia Raggi sarà più o meno salda sulla sua poltrona: quel giorno, sabato 10, si avrà la sentenza sull’accusa di falso per la nomina di Renato Marra a capo della divisione Turismo. Decise da sola o qualcuno la guidò nella scelta? E il giorno dopo i romani andranno (si spera) alle urne per dare un parere sull’Atac: pubblica come adesso o affidata in concessione a più ditte su cui il Comune vigilerà? Per rendere valido il referendum serviranno circa 700 mila voti. Nel frattempo la città dà segnali contrastanti. La grande manifestazione di otto giorni fa è già in parte metabolizzata: in piazza c’era chi è da sempre avverso ai Cinquestelle, ha detto la sindaca; no, ribattono gli altri, c’erano anche tanti delusi che le avevano dato fiducia nel 2016. La verità è che Roma sta attraversando un periodo buio, e non solo in senso figurato. Molte strade, anche del centro, sono nella notte inghiottite dalle tenebre. L’immondizia, da domani, a causa del maremoto che sta colpendo l’Ama - tra dissesto economico e scioperi rischia di rendere la Capitale più discarica di quanto già lo sia. E le buche sono lì, a guardarci: mai chiuse, in agguato, con il loro potenziale assassino. Il tempo stringe, cara sindaca. Se tutto va bene starà in sella altri 33 mesi. Li renda utili non solo alla sua incerta compagine, ma all’intera città. E provi a capire l’aria che tira: per ora è ponentino, ma può diventare tifone.