Parnasi, assedio al Comune
Il ministro Bonafede ai pm: «Mi sembrava un modello di lavoro esportabile» Politici, tecnici, soldi: dalle carte dell’inchiesta, così funzionava la sua rete
L’11 giugno scorso il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, viene ascoltato dai pm: «Seguivo lo stadio perché era un progetto che poteva essere importante per altre città». Dalle nuove carte depositate spuntano l’assedio al Comune e i dubbi di Lanzalone sul concordato Atac: «Giampaolino mi cerca perché convinca il Comune a posporre il pagamento dei suoi crediti».
Imprenditori che evitano i rischi d’impresa distribuendo finanziamenti illeciti, politici in cerca di continui sponsor, dirigenti pubblici che si (auto) propongono come intermediari per il privato di turno.
Il mondo di Luca Parnasi e Luca Lanzalone ruota attorno ad alcune certezze. La prima è che la politica sia addomesticabile tramite infiltrazioni di denaro a patto di conoscere uomini e meccanismi. A questo pensa il «Mr Wolf» di Parnasi, Lanzalone, che a fine marzo 2018 prevede: «Sicuramente entreranno in un governo, Spadafora, Fioramonti, Fraccaro, Bonafede e forse Laura Castelli».
E mentre un’intera classe dirigente cambia, l’imprenditore e i suoi uomini si sforzano di stare al passo con i tempi favorendo chi emerge. Così vanno lette — oltre alle operazioni di finanziamento di Lega e Pd — anche singole iniziative. Sponsorizzazioni ad hoc per realizzare lo stadio della Roma. Carabinieri di fronte al portone di uno degli uffici di Luca Parnasi
«Santori? Lo aiuterei»
«Sto aiutando in maniera molto traversale» dice, intercettato, Giulio Mangosi, collaboratore di Parnasi. I carabinieri del Nucleo investigativo riepilogano nella loro informativa. «Mangosi continua commentando Fabrizio Santori (consigliere regionale di centrodestra, oggi sostiene Matteo Salvini, ndr) che conosce da tempo e quindi se questi gli chiede una mano, è ben disposto ad aiutarlo». É lo stesso Mangosi a offrire ai pm la conferma che il contratto fra le società del gruppo Parnasi e Radio Padania fosse «un contratto vuoto» utile a veicolare fondi.
Lombardi intervistata
Ascoltato dai magistrati il collaboratore di Parnasi ammette anche di aver promosso Roberta Lombardi dei Cinquestelle: «Io ho dato il mio contributo per organizzare due interviste della Lombardi. Mi è stato chiesto da Ferrara (il consigliere comunale Paolo, ndr) e De Vito (il presidente dell’assemblea capitolina Marcello, ndr) ed essendo io un professionista, anche in vista di un lavoro futuro, ho accettato».
Stravato e Prosperetti
Intanto l’opera di avvicinamento di Parnasi a funzionari, dirigenti e quadri capitolini si consolida. Dalle relazioni investigative emerge la riconversione dell’ex numero uno dell’Urbanistica Errico Stravato (indagato per altre vicende legate alle tangenti distribuite da Sergio Scarpellini): «Stravato — si legge — sta progettando con la società Gesvim a lui riconducibile alcune opere connesse alla realizzazione del nuovo stadio della Roma, ponendosi
Partiti
I finanziamenti dell’imprenditore (leciti o illeciti) a Partito democratico e Lega
quale anello di congiunzione tra uomini politici e funzionari pubblici» per ottenere provvedimenti favorevoli alle imprese di Parnasi. Un ruolo, secondo i pm, sarebbe stato assegnato anche al soprintendente Francesco Prosperetti che avrebbe rimosso un vincolo sull’area in cambio di favori al suo amico e datore di lavoro di sua figlia, l’architetto Paolo Desideri. Le intercettazioni rilevano anche un altro episodio. Prosperetti che ha acquistato un immobile a Cortina progetta di utilizzarlo come residenza per le vacanze e al figlio che eccepisce sulla destinazione d’uso — l’immobile è accatastato come magazzino — il soprintendente risponde con semplicità «che non vengono fatti controlli».