Corriere della Sera (Roma)

QUEL PLATANO DI VIALE LIEGI «MUOIO MA SENZA FARE DANNI»

- Un platano di viale Liegi pconti@corriere.it

Caro Conti, non so più da quanti anni sono qui. Devono essere più di cento. È stato bello vivere a viale Liegi. Più crescevo e più mi godevo il ponentino che si alzava al tramonto. Mi sentivo bene. Poi, all’improvviso nessuno è più venuto a curarmi. Mi stavo ammalando ma nessuno se ne accorgeva. Il vento era diventato un nemico. Il 30 ottobre il colpo fatale. Una raffica interminab­ile. Passavano molte macchine, persone a piedi, il tram sempre pieno di gente. Con un ultimo sforzo mi sono inclinato appoggiand­omi alla parete del palazzo più vicino. Ora sono qui ad aspettare che qualcuno venga a tagliarmi in pezzi. Finirò alla discarica; è troppo costoso trasformar­mi in un legno utile a qualcuno. Ci vorrà un grande spazio per accoglierc­i tutti. Siamo in tanti a non aver resistito all’incuria di Roma.

Una lettrice dice addio con questa bella lettera al «suo» platano vicino casa. Siamo stati in tanti, nei giorni scorsi, a dover salutare splendidi alberi visti per anni, spesso dall’infanzia. La mancanza di manutenzio­ne e di potature crea dolori anche personali. Quel platano che muore evitando danni è un’ immagine amara, poetica, indimentic­abile.

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