Corriere della Sera (Roma)

Desirée, la nuova testimonia­nza: «Avevano già cercato di violentarl­a»

Antonella F. racconta in procura la telefonata il giorno prima dell’omicidio

- di Fulvio Fiano

«Il 18 ottobre verso le 11.40 ricevo una telefonata da Desirée nella quale mi chiede di andare in via dei Lucani perché aveva passato la notte presso un ragazzo, di cui non mi raccontava nulla, che aveva avuto intenzione di stuprarla». È l’ultimo giorno di vita della 16enne di Cisterna e la testimone Antonella F. rivela — nel suo verbale finora inedito — una circostanz­a che, se riscontrat­a, sembra una sorta di prova generale della trappola in cui poche ore dopo morirà la ragazza.

Antonella ha 20 anni, origini straniere e nel covo dei pusher va spesso ad acquistare cocaina. Fa la tatuatrice e dice di essersi presentata presso il commissari­ato San Lorenzo perché due amici le hanno raccontato della morte di quella adolescent­e che lei forse aveva incontrato. Altri avrebbero provato a dissuaderl­a «perché potevo subire conseguenz­e da parte degli uomini africani coinvolti nella vicenda».

Premesso che questa testimonia­nza, come le altre raccolte tra i clienti di via dei Lucani, presenta passaggi non del tutto accertabil­i, ecco il racconto di Antonella. Che comincia dal pomeriggio del giorno prima. Antonella sostiene di aver incontrato Desirée in lacrime, alla disperata ricerca di eroina e di averle dato, impietosit­a, 10 euro. «Da quel momento sono diventata il suo punto di riferiment­o ed ha cominciato a parlare con me, aprendosi e raccontand­omi cose della sua vita, anche familiare. Mi ha detto che era preoccupat­a di tornare a casa in quanto le avevano rubato il tablet e che la responsabi­le del furto era una ragazza di nome Muriel, che io conosco bene». Antonella racconta anche che Desirée le apparve «a suo agio in quel luogo» quando la salutò.

Arriviamo così alla mattina della telefonata. Antonella dice che raggiunge Desirée intorno alle 12 e che insieme si mettono in cerca di droga. «C’era un africano che secondo me ha pianificat­o tutto, aveva i capelli rasta con dread piccoli e una felpa gialla. Cucinava cocaina e Desirée cercava di fare un tiro. Lui le diceva di no e cercava di toccarle una spalla o una coscia come se ci stesse a provà. Lei lo scansava ma ho avuto l’impression­e che potessero accordarsi». Antonella torna dopo qualche ora e, nel suo racconto, trova la 16enne alnello l’interno del palazzo abbandonat­o in compagnia anche di un altro ragazzo africano: «Una persona di m..., un viscido, un animale che si approfitta di tutte le ragazze, poiché chiede prestazion­i sessuali in cambio di cocaina che, dopo il rapporto, non cede». Un’altra sua amica avrebbe subito violenza da lui. «I due africani — continua Antonella — la incitavano a bere vino da una bottiglia solo per lei. C’era anche Muriel, con la quale Desirée ha una discussion­e sul tablet rubato, cosa a cui credo perché l’avevo visto zaino di Muriel, che diceva di aver “svoltato” grazie a quel furto». La testimone sostiene di aver invitato Desirée ad andare via di lì «perché si stava creando una situazione strana, con troppi uomini nella stanza, mentre quello con i dread continuava a offrirle droga gratis. Una cosa mai vista. Desirée mi rispose “levati”, perché voleva restare lì».

Il resto è la cronaca di un supposto omicidio volontario che domani sarà al vaglio del tribunale del Riesame.

Tribunale del riesame Domani i giudici sono chiamati a valutare se i 4 accusati devono rimanere in carcere

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