SCUOLE PUBBLICHE, LA SFIDA
C’ è stato un bel rimescolamento di carte nella classifica delle scuole superiori migliori di Roma. Se si esclude il Tasso che si conferma il miglior liceo classico quanto a preparazione per gli studi universitari, nelle classifiche i più blasonati licei hanno generalmente perso posizione a favore di scuole più piccole, decentrare e che spesso offrono anche opzioni, pur all’interno del percorso tradizionale, che risultano più interessanti per gli studenti e le loro famiglie. Ha ragione il presidente dei presidi del Lazio, Mario Rusconi, quando dice che servirebbe una vera riforma, che possa individuare i punti di forza e le debolezze del sistema, lasciando anche all’autonomia delle scuole la possibilità di diventare davvero interessanti e attrattive per i ragazzi e le ragazze. Non è un caso che a livello nazionale la scuola in assoluto migliore sia il Pier Luigi Nervi di Morbegno: un piccolo e nuovo – ha solo vent’anni – liceo delle scienze applicate (con l’informatica al posto del latino), in provincia di Sondrio. C’è un solo grande nemico per la scuola pubblica: che continui a proporsi per i suoi fasti passati, che non accetti di adeguarsi al mondo che cambia e alle richieste legittime di studenti e famiglie, considerandole solo mode. Se per mesi mancano gli insegnanti di materie fondamentali come la matematica, se l’inglese è lasciato alla buona volontà, è inutile stupirsi che i ragazzi scelgano altre strade.