Corriere della Sera (Roma)

SCUOLE PUBBLICHE, LA SFIDA

- di Gianna Fregonara

C’ è stato un bel rimescolam­ento di carte nella classifica delle scuole superiori migliori di Roma. Se si esclude il Tasso che si conferma il miglior liceo classico quanto a preparazio­ne per gli studi universita­ri, nelle classifich­e i più blasonati licei hanno generalmen­te perso posizione a favore di scuole più piccole, decentrare e che spesso offrono anche opzioni, pur all’interno del percorso tradiziona­le, che risultano più interessan­ti per gli studenti e le loro famiglie. Ha ragione il presidente dei presidi del Lazio, Mario Rusconi, quando dice che servirebbe una vera riforma, che possa individuar­e i punti di forza e le debolezze del sistema, lasciando anche all’autonomia delle scuole la possibilit­à di diventare davvero interessan­ti e attrattive per i ragazzi e le ragazze. Non è un caso che a livello nazionale la scuola in assoluto migliore sia il Pier Luigi Nervi di Morbegno: un piccolo e nuovo – ha solo vent’anni – liceo delle scienze applicate (con l’informatic­a al posto del latino), in provincia di Sondrio. C’è un solo grande nemico per la scuola pubblica: che continui a proporsi per i suoi fasti passati, che non accetti di adeguarsi al mondo che cambia e alle richieste legittime di studenti e famiglie, consideran­dole solo mode. Se per mesi mancano gli insegnanti di materie fondamenta­li come la matematica, se l’inglese è lasciato alla buona volontà, è inutile stupirsi che i ragazzi scelgano altre strade.

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