Corriere della Sera (Roma)

Atac, inchiesta su 37 top manager

La Procura ha aperto un fascicolo sul dissesto. Ne escono immacolati solo Rota e Rettighier­i

- Ilaria Sacchetton­i isacchetto­ni@rcs.it

Sul tavolo della pm Alessia Miele c’è una relazione sul management Atac degli ultimi 15 anni, frutto del lavoro svolto dai commissari del tribunale fallimenta­re che hanno avuto accesso alle carte della municipali­zzata a partire dal 2003. Un’antologia di errori, che oggi costa all’azienda una procedura fallimenta­re: dal procedimen­to sono esclusi solo Bruno Rota e Marco Rettighier­i.

Sul tavolo della pm Alessia Miele c’è una relazione sul management Atac degli ultimi 15 anni, frutto del lavoro svolto dai commissari del tribunale fallimenta­re che hanno avuto accesso alle carte della municipali­zzata a partire dal 2003. Un’antologia di errori, che oggi costa all’azienda una procedura fallimenta­re: dal procedimen­to sono esclusi solo Bruno Rota e Marco Rettighier­i.

A dicembre 2016, con un Atac sull’orlo dell’insolvenza, l’amministra­tore Manuel Fantasia sottoscriv­e l’impegno a erogare premi per i dirigenti aziendali, manovra che si risolve in un danno patrimonia­le alla società stimato attorno ai 2milioni di euro. Nel 2015 l’amministra­tore delegato Danilo Broggi riceve a titolo di rimborso somme superiori al tetto fissato per gli amministra­tori di società pubbliche come stabilito da Roma Capitale con deliberazi­one n.134/2011, con un danno patrimonia­le di 50 mila 176 euro. A novembre 2013, lo stesso Broggi, avrebbe anche violato la norma sul principio di invariabil­ità del compenso dei revisori pur di liquidare a Renato Castaldo, ex componente del collegio sindacale, un aumento di 360 mila euro. A maggio 2013, invece, i vertici Atac, ancora sotto la giunta Alemanno, rinnovano il contratto per il «servizio di fornitura full service» di pneumatici con Gommeur srl, benché un audit aziendale di pochi mesi prima sollevi dubbi sulle prestazion­i della Gommeur e stimi il danno ricevuto attorno ai 3 milioni 895 mila euro. La cosa non preoccupa il presidente dell’epoca Roberto Grappelli, tantomeno il resto del cda — Roberto Diacetti, Roberto Massaccesi, Giovanni Serra e Patrizia Del Vecchio — che firmano con tranquilli­tà. A gennaio 2012 il presidente Francesco Carbonetti, l’ad Carlo Tosti e i consiglier­i Antonio Galano, Andrea Carlini e Francesco Cioffarell­i stipulano una transazion­e con la Bnp Paribas e il gruppo Parnasi (Luca Parnasi, quello arrestato a giugno per corruzione) con la quale rinunciano alla risoluzion­e del contratto (e all’escussione della garanzia bancaria) che avrebbe consentito ad Atac di recuperare l’anticipo di 20 milioni di euro versati per una nuova sede mai consegnata e di liberarsi

Pneumatici Rinnovato nel 2013 il contratto sebbene fosse stato stimato un danno di quasi 4 milioni

del peso finanziari­o di un’obbligazio­ne futura. Il danno stimato è attorno ai 114 milioni di euro.

Nel 2011, sempre Galano, Carlini, Tosti, Carbonetti e Marco Coletti avrebbero approvato una gara per servizi di pulizia dalle vistose anomalie, prima fra tutte il ribasso offerto dall’Ati (associazio­ne temporanea di imprese ndr) vincitrice: 3,81% contro il 17,56% mediamente applicato nello stesso periodo nelle gare Consip. Nel 2010, invece, il presidente Luigi Legnani e gli amministra­tori Arcangelo Spagnoli, Andrea Carlini, Antonio Galano, e Maurizio Basile incaricano i consulenti (Spencer Stuart) di trovare un nuovo amministra­tore dele-

gato in sostituzio­ne di Adalberto Bertucci. L’incarico avrebbe dovuto essere pagato dal Campidogli­o invece Atac si intesta la parcella per un danno di 50 mila euro.

Fra il 2007 e il 2009 il numero uno di Atac Gioacchino Gabbuti conferisce una serie di incarichi ai consulenti della Pragmata per valutare il personale dirigente al costo di circa 1 milione. La Pragmata, si scoprirà poi, è riconducib­ile a Gabbuti. Poco tempo prima lo stesso Gabbuti, stavolta d’accordo con il presidente Mauro Calamante, l’amministra­tore delegato di Trambus, Filippo Allegra e i dirigenti Roberto Cavalieri, Carlo Alberto Scoppola e Giovanni Rovere, evita di assumere iniziative per porre rimedio ai danni derivati dall’acquisto (costato 173 milioni) di 74 tram e 50 bus rimasti inutilizza­ti per problemi tecnici e struttural­i rilevanti. Con un danno stimato di 9 milioni 57 mila euro. Fra il 2005 e il 2006 gli amministra­tori dell’allora Trambus Filippo Allegra e Fausto Concezzi acquistano titoli della Bank of Ireland a condizioni anomale per la società con un danno patrimonia­le di circa 7 milioni e 500 mila euro. Ovviamente importato nei bilanci Atac. Infine il 2003, l’anno dell’operazione di finanza creativa fra Roma e New York: l’affitto a un trust di beni strumental­i poi riaffittat­i dallo stesso per una cifra che supera i 28 milioni. A Gian Marco Innocenti, Ercole Turchi, Lorenzo Tagliavant­i e Marco Gelmini, amministra­tori dell’epoca, sembrò una buona idea.

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 ??  ?? Nel 2016 Manuel Fantasia, amministra­tore che promise due milioni di premi
Nel 2016 Manuel Fantasia, amministra­tore che promise due milioni di premi
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 ??  ?? A sinistra, l’immagine-simbolo del disfacimen­to del'Atac: il 9 maggio scorso un va a fuoco in via del Tritone.Qui sopra, giugno 2012: l’allora Ad Carlo Tosti (primo a sinistra) con il sindaco Alemanno all’inaugurazi­one della B1
A sinistra, l’immagine-simbolo del disfacimen­to del'Atac: il 9 maggio scorso un va a fuoco in via del Tritone.Qui sopra, giugno 2012: l’allora Ad Carlo Tosti (primo a sinistra) con il sindaco Alemanno all’inaugurazi­one della B1

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