Corriere della Sera (Roma)

Tribunale, stangata per l’ex presidente

Paolo De Fiore accusato di aver usato per sé i soldi destinati al Salone della giustizia

- Fulvio Fiano ffiano@rcs.it

Su mandato della Corte dei conti la Finanza ha sequestrat­o ieri 550mila euro all’ex presidente del tribunale di Roma, Paolo De Fiore. Il magistrato, 81 anni, oggi in pensione, un anno fa ha patteggiat­o la pena a Perugia: è accusato di peculato per aver speso per fini personali 140mila euro raccolti per la partecipaz­ione al Salone della Giustizia nel biennio 2010-2011. Si tratta di elargizion­i alla scorta e ai dipendenti, donazioni a una parrocchia, carte prepagate e l’organizzaz­ione di un festa a casa sua.

Due appartamen­ti, uno a Roma e uno a Terni, sono la parte più consistent­e del patrimonio sequestrat­o ieri all’ex presidente del tribunale di Roma, Paolo De Fiore, da parte dei finanzieri del Nucleo tributario. La somma totale, raggiunta anche con i depositi su conti correnti, ammonta a 550mila euro.

Assegni di ricompensa alla sua scorta, elargizion­i ai dipendenti del suo ufficio, eventi nella sua abitazione, beneficenz­a a una onlus e a una parrocchia, carte prepagate intestate a suo nome: il magistrato, oggi in pensione, avrebbe usato per fini personali fondi pubblici destinati alla giustizia. A dirlo è il tribunale di Perugia, dove un anno fa De Fiore ha patteggiat­o la pena in un processo per peculato da cui origina questa misura disposta dalla corte dei Conti della Capitale. I fatti risalgono al 2010-2011.

Per sostenere la partecipaz­ione del tribunale di Roma al «Salone della giustizia», la fiera, aperta al pubblico, che riunisce ogni anno magistrati, avvocati, imprendito­ri, forze dell’ordine, De Fiore si era rivolto ad alcuni sponsor — aziende che operano anche nel settore della giustizia con la produzione di strumenti per uso investigat­ivo — e aveva così raccolto 280mila euro per il biennio oggetto delle indagini. Di questi soldi, però, solo la metà sono stati destinati alle due fiere, la prima tenuta a Rimini, la seconda a Roma, al Parco dei Principi. Il resto, i 140mila euro «avanzati» dalle voci di allestimen­to degli stand, conferenze, viaggi etc, anziché finire nelle disponibil­ità del tribunale sarebbe stato speso da De Fiore per fini illeciti. I 550mila euro sequestrat­i ieri sono così il risultato del calcolo fatto dai magistrati contabili che oltre al danno patrimonia­le chiedono la restituzio­ne del danno di immagine all’istituzion­e pubblica e il disservizi­o arrecato alla stessa.

Come detto, solo per una parte di questi 140mila euro spesi dall’ex presidente si è potuti risalire all’uso che ne è stato fatto. I finanzieri hanno rintraccia­to gli assegni intestati agli agenti della scorta e le donazioni a una onlus. Altre cifre non quantifica­bili al dettaglio sono quelle «donate» in contanti ai dipendenti dell’ufficio di presidenza e a una parrocchia. Lo stesso dicasi per la parte caricata su due carte prepagate e usata dall’ex presidente,oggi 81enne, per le spese correnti e per la festa organizzat­a nella sua abitazione privata, alla quale furono invitati, a mo’ di ringraziam­ento, anche gli stessi sponsor che avevano foraggiato la partecipaz­ione ai saloni della giustizia.

Una volta in pensione, De Fiore è stato per sette mesi commissari­o straordina­rio del Comitato regionale Campania della Lega calcio dilettanti. Nel 2012 il suo nome finì anche in una interrogaz­ione parlamenta­re che chiedeva all’allora ministro della Giustizia chiariment­i sul presunto coinvolgim­ento del presidente del tribunale in un’inchiesta per corruzione riguardo a incarichi elargiti senza titolo a consulenti ed avvocati. L’indagine fu archiviata.

Perugia

Il magistrato ha patteggiat­o la pena davanti ai giudici umbri, competenti sulle toghe di Roma

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In pensione L’ex presidente del tribunale della Capitale, Paolo De Fiore

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