Corriere della Sera (Roma)

Rifiuti, il perché di Colleferro

Processo all’ex braccio destro di Raggi. I difensori: va assolto, lui «morto vivente»

- di Massimilia­no Valeriani*

Caro Direttore, in riferiment­o all’articolo «Termovalor­izzatori, un tabù sbagliato» a firma di Chicco Testa, pur apprezzand­o lo spirito costruttiv­o del ragionamen­to, vorrei fornire alcune osservazio­ni di merito che possono stimolare un confronto utile.

Quattro anni e sei mesi. É la richiesta del pubblico ministero Barbara Zuin per Raffaele Marra, ex capo del Personale in Campidogli­o, imputato nel processo per corruzione con l’imprendito­re Sergio Scarpellin­i (stralciato).

Secondo il quadro accusatori­o, l’immobiliar­ista avrebbe dato circa 370mila euro a Marra, all’epoca (2013) direttore dell’ufficio delle Politiche abitative del Comune e capo del dipartimen­to del Patrimonio e della casa, per l’acquisto di un appartamen­to nella zona dei Prati Fiscali.

«Un imprendito­re come Scarpellin­i che per trent’anni ha fatto affari con la pubblica amministra­zione non si sarebbe mai comportato da sprovvedut­o puntando su un “morto vivente” come Marra che, all’epoca, stava per prendere un’aspettativ­a dal Campidogli­o», hanno sostenuto i suoi avvocati Francesco Scacchi e Fabrizio Merluzzi chiedendon­e l’assoluzion­e.

L’accusa ha documentat­o a lungo i rapporti fra Marra e Scarpellin­i facendo luce sulle origini di questa intesa. Fra le altre cose, dal 27 ottobre 2009 al 24 febbraio 2010 il superburoc­rate firmò nove determinaz­ioni dirigenzia­li relative ai rapporti contrattua­li tra il Campidogli­o e la Milano 90 srl di Sergio Scarpellin­i e con le quali venne dato così il via libera a pagamenti per complessiv­i 7,8 milioni di euro a favore dell’imprendito­re per la locazione degli immobili di largo Loria, via delle Vergini e via Poli. I documenti figuravano tra gli atti acquisiti in Comune dai carabinier­i del Nucleo investigat­ivo delegato alle indagini.

Durante il dibattimen­to, poi, è venuto fuori altro. Ad esempio, che l’allora direttore dell’assessorat­o al Patrimonio avrebbe fatto pressioni su un suo funzionari­o, Paolo Sassi, perché ricevesse in Campidogli­o Scarpellin­i. A sottolinea­rlo, durante una delle udienze, è stato l’avvocato di Roma Capitale, Giorgio Pasquali.

Il processo aveva fatto anche conoscere le chat fra «i quattro amici al bar» ossia lo stesso Marra, la sindaca Virginia Raggi e i suoi fedelissim­i Daniele Frongia e Salvatore Romeo. Una chat che ha imbarazzat­o la sindaca per diversi motivi, primo fra tutti l’aver messo in luce una certa sua dipendenza dalle decisioni del suo dirigente.

É vero come ha sostenuto la Raggi, che Marra era solo«uno dei 23 mila dipendenti del Comune di Roma»? Secondo l’accusa ovviamente no. E a supporto della propria ipotesi la Zuin ha depositato anche le chat sulla nomina di Renato Marra (fratello di Raffaele) ai vertici dell’assessorat­o al Turismo, nomina per la quale la stessa Raggi è a processo con l’accusa di falso (la sentenza è attesa per domani mattina). Le intercetta­zioni telefonich­e depositate al processo per corruzione contro Marra senior descriveva­no i reali rapporti tra i «quattro amici», ma anche i veleni all’interno del Movimento. In passato lo stesso Marra aveva rivelato di essere corteggiat­o dai vertici pentastell­ati: «De Vito e la Lombardi mi volevano al III Municipio». La sentenza contro di lui è fissata per il 13 dicembre.

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Imputato Raffaele Marra, ex braccio destro della sindaca Virginia Raggi

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