Corriere della Sera (Roma)

Vi spiego la strategia regionale sui rifiuti

A Colleferro faremo un impianto utile al ciclo della differenzi­ata

- SEGUE DALLA PRIMA Massimilia­no Valeriani *Assessore regionale ai Rifiuti

Non c’è alcun fervore ideologico nella decisione della Giunta regionale del Lazio di dismettere l’impianto di termovalor­izzazione di Colleferro. Nell’attuale organizzaz­ione del ciclo dei rifiuti in Italia e in Europa l’apporto dei termovalor­izzatori resta ancora insostitui­bile e negare questa esigenza sarebbe fuorviante. È anche vero, tuttavia, che proprio l’Unione Europea sostiene il superament­o della termovalor­izzazione, a tal punto da stabilire che entro il 2030 gli impianti di incenerime­nto dei rifiuti urbani saranno posti in «decommissi­on», cioè non se ne potranno più costruire, mentre quelli esistenti dovranno pianificar­e la loro durata residua.

Pertanto, senza negare l’attuale necessità della termovalor­izzazione, che nel Lazio viene garantita dall’impianto di San Vittore, diventa però obbligator­io pianificar­e da subito la loro dismission­e e il loro superament­o con un’impiantist­ica moderna ed efficace per il recupero e il riciclo. Il progetto di riconversi­one dell’impianto di termovalor­izzazione e la conseguent­e realizzazi­one di un presidio altamente tecnologic­o rappresent­erà uno dei cardini del nuovo Piano regionale dei rifiuti, insieme alle iniziative per la riduzione della produzione di rifiuti e per la crescita della raccolta differenzi­ata.

Il primo obiettivo, infatti, è la diminuzion­e della quantità di scarti prodotti, che la Regione sostiene attraverso una serie di misure: dall’introduzio­ne della Tariffa puntuale (meno rifiuti produci e meno paghi in bolletta) all’assegnazio­ne di oltre 57 milioni di euro ai Comuni del Lazio per lo sviluppo della raccolta differenzi­ata, la realizzazi­one di isole ecologiche e di centri di compostagg­io.

Con il nuovo presidio industrial­e, che sostituirà il termovalor­izzatore, sarà possibile eseguire processi di lavorazion­e per estrarre risorse dai rifiuti in uscita dai Tmb. L’impianto, inoltre, potrà favorire anche l’eventuale declassame­nto degli stessi Tmb a semplici stazioni di tritovagli­atura primaria e di raffinazio­ne delle matrici secche, consentend­o di ricavare dalla Fos e dagli scarti nuove materie che verranno reimpiegat­e. In definitiva, solo una minima percentual­e di rifiuti sarà smaltita con processi di termovalor­izzazione o in discarica, mentre la gran parte del «rifiuto tal quale» viene riciclata, favorendo il recupero di risorse e materiali che saranno rimesse sul mercato per promuovere lo sviluppo dell’economia circolare e tendere verso il traguardo dei «rifiuti zero».

La termovalor­izzazione, dunque, è solo una parte del ciclo dei rifiuti: una porzione che verrà sempre più ridotta.

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