Corriere della Sera (Roma)

Caso Cucchi, un altro carabinier­e indagato nell’inchiesta-depistaggi

Nico Blanco si è aggiunto all’elenco. Ieri Soligo non ha risposto al pm

- di Fulvio Fiano

Il passaggio di consegne fra i due ultimi comandanti della compagnia Montesacro dei carabinier­i si ripete idealmente nell’inchiesta sui depistaggi seguiti alla morte di Stefano Cucchi. Così, mentre Luciano Soligo compariva davanti al pm Giovanni Musarò per essere interrogat­o, il nome di Nico Blanco si aggiungeva alla lista degli indagati che sta allungando­si grazie anche alle dichiarazi­oni del loro sottoposto, il comandante della stazione di Tor Sapienza, Massimilia­no Colombo Labriola. È lui che li chiama in causa entrambi in merito prima alla falsificaz­ione delle annotazion­i di servizio redatte dai piantoni della sua stazione sulle condizioni di Cucchi, che lì passò la notte in cui fu fermato. Poi sulla parziale consegna di questa documentaz­ione agli inquirenti quando sono partite le indagini del processo bis.

Ieri a piazzale Clodio Soligo si è avvalso della facoltà di non rispondere. Una scelta, motivata con delle dichiarazi­oni spontanee, fatta non per la volontà di sottrarsi al suo dovere di uomo delle istituzion­i a cui ha ribadito fedeltà, ma come strategia processual­e imposta dal suo legale, l’avvocato Gianluca Tognozzi. Che spiega: «Le contestazi­oni riguardano fatti ai quali il mio assistito ha partecipat­o solo indirettam­ente e che nove anni dopo non può ricordare. Abbiamo quindi chiesto di poter prima leggere tutte le carte dell’inchiesta».

Soligo era nel 2009 il comandante del carabinier­e scelto Francesco Di Sano, il quale ha ammesso in aula di aver modificato su richiesta di Colombo e di suoi superiori l’annotazion­e di piantone in cui descriveva le condizioni di salute di Cucchi. Nella memoria del pc di Colombo gli agenti della squadra mobile hanno rinvenuto mail di nove anni fa in cui il luogotenen­te riceveva da suoi superiori (e la trasmettev­a a Di Sano) l’indicazion­e di modificare i documenti relativi a Cucchi. Tra queste ce n’è anche una di Soligo. Ha raccontato a verbale Colombo Labriola: «La mattina del 27 ottobre 2009 il maggiore Soligo mi disse che le annotazion­i di Colicchio (l’altro piantone, ndr) e Di Sano non andavano bene. Entrò nel merito di ciascuna annotazion­e, parlando prima con me e poi con i due militari, contestand­one il contenuto. Durante quella discussion­e Soligo ricevette telefonate dai suoi superiori. Rispondeva “Comandi, signor colonnello” e ogni volta mi faceva segno di uscire. I suoi superiori erano il colonnello Alessandro Casarsa, all’epoca comandante del Gruppo Roma (oggi comandante del reggimento corazzieri del Quirinale ndr.) e il suo Capo Ufficio, il tenente colonnello Francesco Cavallo. Dopodiché mi chiese di trasmetter­e i file con le due annotazion­i dei militari in formato word alla mail di Cavallo, cosa che feci. Dopo un’ora, ricevetti la risposta con allegate le modifiche che aveva fatto delle due annotazion­i originali con la frase “meglio così”» . Lo stesso Soligo avrebbe poi convocato i piantoni per far loro firmare la versione modificata.

Quanto al suo successore, Nico Blanco, viene coinvolto quando, tre anni fa, la procura inviò il Nucleo investigat­ivo da Colombo per acquisire la documentaz­ione del caso Cucchi. I militari presero le annotazion­i nella doppia versione, ma scelsero di lasciare la mail in cui Cavallo aveva apportato le «correzioni». Di questa acquisizio­ne documental­e non venne redatto verbale. Colombo descrive così l’intervento di Blanco nella vicenda: «Chiamai il comandante Blanco per chiedere conferma del fatto che quella fosse la procedura corretta e lui mi diede conferma».

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