Corriere della Sera (Roma)

ORA SI PENSI ALLA CITTÀ

- Di Alessandro Capponi

L’assoluzion­e di Virginia Raggi è una buona notizia per i romani. Per tutti, nessuno escluso: dai leghisti a Mdp fino ad arrivare a CasaPound e centri sociali, perché è una sentenza che riguarda anche quei cittadini che non s’interessan­o di politica. I motivi sono almeno due, principalm­ente. Uno è legato al ruolo di Roma: una capitale con un sindaco condannato per falso, dopo la vergogna di Mafia Capitale, avrebbe (ulteriorme­nte) perso credibilit­à, quella poca che le resta almeno. Soprattutt­o, però, le conseguenz­e dell’assoluzion­e sono chiare da un punto di vista amministra­tivo: senza il fardello del giudizio in arrivo, pur con i casi Marra e Lanzalone a pesare sulla capacità di scelta dei suoi più stretti collaborat­ori, Raggi potrà finalmente pensare solamente alla città.

A metà mandato la sindaca non ha ancora prodotto quel salvifico cambiament­o pur promesso in campagna elettorale: dov’è stato possibile, anzi, l’azione della giunta grillina sembrerebb­e fin qui peggiorato lo stato delle cose. Alberi in caduta libera, bus a fuoco, strade in condizioni indecenti sia per i rifiuti sia per la sicurezza di pedoni e automobili­sti.

Ma si tratta solamente di tre esempi: ognuno di noi può liberament­e constatare lo stato nel quale versa Roma. Adesso, quindi, a Virginia Raggi rimangono due anni e mezzo di mandato al termine dei quali arriverà l’unica sentenza decisiva: quella, senza appello, dei cittadini romani.

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