Corriere della Sera (Roma)

Inzaghi, lo stile che piace tanto ai suoi colleghi

- Stefano Agresti

Max Allegri, l’allenatore che ha vinto gli ultimi quattro scudetti, ha votato per lui: «Nella scheda ho scritto il nome di Inzaghi». Per il tecnico della Juventus, Simone è il collega migliore della scorsa stagione in serie A: perciò lo ha indicato come vincitore della Panchina d’oro, assegnata lunedì a Coverciano e andata ovviamente al bianconero. Direte: non poteva dare la preferenza a se stesso, perciò ha puntato sul laziale. Non è proprio così, perché niente avrebbe impedito a Max di votare – ad esempio – per il celebratis­simo Sarri. Questione di antipatia per il manager del Chelsea? Nemmeno questo.

Altri sette allenatori hanno infatti votato per Inzaghi, e loro avevano anche un’altra opzione forte: Allegri, appunto. Tanto che, alla fine, Simone si è piazzato al secondo posto: il tecnico della Juventus ha toccato 17 punti, lui e Sarri sono arrivati a 8.

Se è vero che nessuno può giudicare la qualità del lavoro di un allenatore meglio di un suo collega, si ha la sensazione che Inzaghi goda di una consideraz­ione speciale da parte di chi fa il suo stesso mestiere (un voto ovviamente gliel’ha dato il fratello Pippo, quello era quasi scontato). I tecnici hanno apprezzato il modo di giocare della sua Lazio, ma anche la capacità di valorizzar­e i calciatori e di gestirli, oltre che di sopportare le pressioni in una piazza esigente come Roma. Doti che gli hanno permesso di ottenere risultati importanti con una continuità impression­ante: alla sua terza stagione dall’inizio sulla panchina biancocele­ste, Simone è sempre arrivato alla dodicesima giornata in quarta posizione.

È successo due anni fa, quando era a 22 punti assieme all’Atalanta e aveva perso solo contro Juventus e Milan. È capitato l’anno scorso, quando si è arrampicat­o addirittur­a fino a quota 28 nelle prime dodici partite (anche se la gara con l’Udinese, rinviata, l’avrebbe poi vinta a gennaio, quindi sarebbero stati 31). E adesso è di nuovo lassù, a 22, da solo. Né va dimenticat­o che nelle ultime due stagioni ha aggiunto a questi risultati «interni» la qualificaz­ione anticipata ai sedicesimi di Europa League.

Inzaghi, dunque, continua a conquistar­e estimatori. Forse più fuori Roma che dentro il Gra, se consideria­mo certi contrasti estivi con Lotito e il corteggiam­ento di qualche grande club, tipo Juventus e Napoli. Il mondo di Simone, però, ruota tutto attorno alla Lazio, la squadra che sente sua nella città che è diventata sua. Almeno per il momento.

Escalation

Per la terza volta in tre stagioni Simone quarto in classifica alla dodicesima giornata

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Sorridente L’allenatore biancocele­ste Simone Inzaghi, 42 anni

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