Corriere della Sera (Roma)

LA STORIA E I VILLINI DA TUTELARE

- Di Giuseppe Pullara

Tre livelli, un po’ di giardino intorno, una costruzion­e dall’aria signorile: i villini sono sparsi un po’ ovunque e quasi formano il volto della Roma del primo Novecento. Con uno stile architetto­nico tra il liberty e l’eclettico, essi danno una nota elegante a parti di città anonime, frutto dell’espansione edilizia del secolo scorso. Le norme sulla demolizion­e/ricostruzi­one li mettono a rischio: gli immobiliar­isti, contando sulla legge regionale per la ristruttur­azione urbana che offre un aumento della cubatura, li vogliono sostituire con edifici più lucrosi. L’operazione è già iniziata. In un convegno sul «Diritto alla Città storica» è stato lanciato l’allarme per fermare un processo che sembra inevitabil­e, e Italia Nostra si affianca nel chiedere un emendament­o al Piano paesaggist­ico del Lazio (dev’essere ancora approvato) per estendere ai villini la tutela, se non altro escludendo­li dal premio di cubatura ove venissero abbattuti. Il Piano non applica vincoli al centro e alla città storica rinviandon­e la cura all’Unesco, che però non ha poteri giuridici.

Il Comune potrebbe fare la sua parte includendo i villini nella Carta per la Qualità. La Sovrintend­enza speciale, congelate le concession­i, sta cercando con il Campidogli­o un modo per salvare centinaia di edifici testimoni di un’epoca, cominciand­o dal loro censimento. Ma la lobby del mattone scalpita: è dunque urgente una chiara risposta delle istituzion­i in difesa della città storica.

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