«Posti finiti, 80 in strada»
L’accusa dei volontari del Baobab. Dalla Questura 24 espulsioni
«Il Comune ci ha fatto sapere che non ci sono più posti, ecco perchè 80 persone sono accampate in strada». È il grido d’allarme dei volontari che si occupano dei migranti del Baobab. Chiesto un incontro a Regione e Campidoglio.
I numeri descrivono una realtà in movimento: 139 immigrati accolti dalle strutture del Comune, fra Prenestino, Casilino, Centocelle e Torre Spaccata, 108 rilasciati dall’Ufficio immigrazione della Questura perché in possesso di permesso di soggiorno, 24 espulsi, quattro condotti nei centri di permanenza e rimpatrio di Trapani e Potenza.
L’accampamento della solidarietà di Baobab Experience ribattezzato «Piazzale Maslax», in memoria di un migrante di 19 anni morto suicida vicino Roma, è solo un ricordo. Ieri mattina le ruspe stavano smantellando le ultime baracche nel parcheggio di via Gerardo Chiaromonte, alle spalle della stazione Tiburtina, presidiato dalle guardie giurate. Andrea Costa, responsabile dell’associazione che in tutti questi anni ha assistito oltre 80 mila transitanti nella Capitale, prima in via Cupa, poi a ridosso della stazione dopo lo sgombero della vecchia struttura di fronte al Verano, è andato in via Tiburtina per salvare qualche effetto personale dei migranti sgomberati nella mattinata di martedì. Ma all’appello mancano alcune decine fra coloro che non hanno accettato l’accoglienza offerta dal Comune («non negoziabile») e chi invece ha preferito rimanere nell’ombra, non farsi trovare.
Ieri mattina una quarantina di giovani si è svegliata sul marciapiede di piazzale Spadolini, a due passi anch’esso dalla stazione Tiburtina. Hanno fatto colazione con gli alimenti portati dai volontari dell’ex presidio umanitario, poi sono rimasti lì, in attesa di una soluzione. L’unica, per ora, è la strada. «Per un paio di giorni abbiamo chiesto una tregua abbiamo promesso di non mettere in piedi tende, di non fare dei presidi, a parte coperte e distribuzione di pasti. Stiamo assistendo un’ottantina di persone che sarebbero anche disposte ad andare nelle strutture del Comune ma al momento non c’è più posto. Siamo in attesa», spiega Costa.
Il quale, comunque, non manca di sottolineare come «le soluzioni trovate dal Campidoglio sono a tempo, sono dei tamponi. E intanto – aggiunge – continuano ad arrivare transitanti e “dublinanti” che chiedono assistenza. A questi ultimo glielo dicono direttamente al momento dello sbarco a Fiumicino di andare da Baobab», incalza per ricordare come il passa parola abbia un peso determinante nella situazione che si è creata a due passi dalla stazione. «E poi ci sono coloro che per decorrenza dei termini sono fuori dal circuito dell’accoglienza e chi aveva la protezione umanitaria e non ne ha più diritto con il decreto Salvini», sottolinea Costa. Altri gruppi di disperati che aspettano una risposta, sempre davanti alla stazione Tiburtina.