Corriere della Sera (Roma)

Raggi: sul bilancio triennale un miliardo di investimen­ti

Riunione-fiume di giunta. Ma è scontro sui conti dell’Ama

- SEGUE DALLA PRIMA Andrea Arzilli

Così, mentre si tirano giù i numeri degli investimen­ti necessari «a spingere sull’accelerato­re per il prossimo triennio», in Campidogli­o si discute (e si litiga) sulla grana Ama che, oltre a bloccare i lavori per il Consolidat­o (e le assunzioni promesse), spaventa i lavoratori. «Possono stare tranquilli, stiamo risolvendo», promette la sindaca Raggi che oggi, alle 16, scende in piazza del Campidogli­o per abbracciar­e i suoi supporter mentre in giunta la discussion­e si fa animata: tra l’assessore al Bilancio, Gianni Lemmetti, e la titolare dell’Ambiente, Pinuccia Montanari - grande sponsor dell’ad di Ama, Lorenzo Bagnacani - lo scontro ha come tema la partita dei 18 milioni relativi a 6 anni di servizi cimiterial­i (2008-2014) che l’azienda ha riportato nei suoi conti sotto la voce «avere», ma che il Comune non intende «dare». Col risultato che, oltre all’ad di Ama, ad andare verso il benservito è adesso l’assessora competente sui rifiuti, amica di Beppe Grillo, ma rimasta senza sponde in assemblea capitolina e nell’ufficio della sindaca.

Al netto dei rimpasti, resta inceppato il bilancio Ama 2017, approvato dall’azienda, ma bocciato dal Comune. E l’impasse trova inesorabil­e proiezione sia nelle vie cittadine - invase dalla spazzatura: cassonetti stracolmi di rifiuti un po’ in tutte le zone, da Nord a Sud, Centro o periferie - sia nei conti delle aziende in affari con Ama, molte delle quali (come la Multiservi­zi) senza possibilit­à di pagare i dipendenti. Quello degli stipendi resta tema sensibile perché il bilancio bloccato dà alla municipali­zzata tempi e margini d’azione ridottissi­mi, tanto da mandare a rischio la busta paga dei lavoratori che, infatti, lunedì si presentera­nno in Campidogli­o con una due giorni (6-7 dicembre)di sciopero in canna. Ovvero già indetto, solo da confermare. Ma tant’è: i crediti bancari scadono il 10 dicembre dopodiché, se non salterà fuori la soluzione sbroglia-bilancio evocata dalla Raggi, Ama dovrà portare i libri mastri in tribunale.

Per ora la soluzione non si trova: i 18 milioni di crediti che Ama vanta ma che il suo socio unico - il Comune - non vuole riconoscer­e non potranno essere dirottati in un fondo rischi perché «i principi contabili vigenti non lo consentono», scrive il Collegio dei revisori. Era questa la via prospettat­a dall’assessore al Bilancio Lemmetti, che nel tempo è diventata la posizione di Raggi. Ama, dopo la strigliata della sindaca, ha suggerito come via d’uscita «una lettera di patronage finanziari­o», come la definiscon­o i revisori, firmata dal socio azionista. La via «consentire­bbe di poter predisporr­e il progetto di bilancio 2017 nell’assunto della continuità finanziari­a». In pratica, una garanzia del Campidogli­o che farebbe da by-pass per andare al di là del problema rimandando­ne la soluzione, ma senza interrompe­re la continuità aziendale necessaria all’ordinaria amministra­zione, gli stipendi in cima alla lista. Il Campidogli­o, però, non vuole dare garanzie. Anzi, «ognuno si prenderà le proprie responsabi­lità», dicono con fermezza dal Comune, mentre Ama minaccia di allegare al bilancio una nota con la descrizion­e degli ultimi mesi di assemblee disertate (dieci di fila) da Roma Capitale, un modo per dire (a un eventuale giudice) «non è colpa nostra». Ma dal muro contro muro Ama rischia di uscire stritolata.

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Nomentano Ecco in che condizioni sono i cassonetti in via Ignazio Giorgi. Sono decine ogni giorno le segnalazio­ni di cittadini che lamentano questo problema

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