Torlonia in lite, bloccati beni per due miliardi
Sequestrati il Palazzo, la Villa e i terreni ereditati l’anno scorso Timori sulla cessione della collezione di marmi al Getty Museum
Marmi nascosti in capannoni di campagna e busti (non ancora catalogati) in procinto di essere ceduti al Getty Museum con tanto di incontri a Los Angeles per trattare le condizioni di cessione. La guerra dei Torlonia ha già la sua vittima illustre: è il patrimonio dei principi. E il giudice ha deciso il sequestro di tutti i beni dal Palazzo alla Villa.
Marmi nascosti in capannoni di campagna e busti (non ancora catalogati) in procinto di essere ceduti al Getty Museum con tanto di incontri a Los Angeles per trattare le condizioni di cessione. Statue dell’impero romano promesse a musei esteri senza garanzie nè trasparenza.
Ma anche riunioni, più o meno discrete, per affrontare la ricapitalizzazione della (disastrata) Banca Del Fucino attraverso il patrimonio dei Torlonia, i cui eredi hanno una partecipazione indiretta nell’istituto di credito.
La guerra di successione fra i fratelli Carlo, Paola, Francesca e Giulio Torlonia (figli del principe Alessandro, deceduto nel 2017), approdata al tribunale civile, ha già la sua vittima illustre. Ed è la collezione monumentale della famiglia.
Per evitare il peggio i giudici, ieri, hanno predisposto un sequestro di beni a garanzia di un patrimonio di un miliardo e 800 milioni di euro: «Si dispone — è scritto nel provvedimento — il sequestro degli immobili oggetto della domanda di collazione e di divisione: Palazzo Torlonia di via della Conciliazione, complesso immobiliare denominato Villa Torlonia, già Villa Albani, Villa Delizia Carolina e terreni».
Un modo per conservare dei beni che, come si legge nel provvedimento, sarebbero a rischio. Anzi, addirittura prossimi all’alienazione. Chi ha presentato il ricorso, ossia Carlo Torlonia, assistito dall’avvocatessa Adriana Boscagli, ha fatto presente ai giudici una serie di circostanze per lo meno preoccupanti che hanno caratterizzato la gestione dell’esecutore testamentario dell’eredità Torlonia, Alexander Poma Murialdo, figlio di Paola: «Ciò che emerge gravissimo — scrive — è che le 623 statue corrispondenti alla collezione di statue unica oggetto dell’eredità e vincolata dalla Sovrintendenza archeo- logica sembra essere stata oggetto di una trattativa di vendita con un accordo fra Alexander Poma Murialdo il Paul Getty Museum e il ministero». Il dato emerge dai dettagli di una causa per il mancato pagamento di provvigioni a una società che sarebbe stata incaricata di trattare con il Getty. Secondo Carlo Torlonia, insomma, Poma Murialdo avrebbe incaricato una società di trattare la cessione della celebre collezione di marmi della famiglia (quella che spinse Silvio Berlusconi, da premier, a offrirsi di comprarla). Durante l’accesso agli atti per poter verificare le condizioni del patrimonio ereditario, lo stesso Torlonia si sarebbe imbattuto in depositi sigillati da lucchetti che contenevano opere di famiglie frettolosamente sottratte all’inventario: «É stato rinvenuto un numero all’incirca equivalente di altre statue non vincolate che rischiano di essere ancora più facilmente oggetto di trasferimento e/o sostituzione e/o trasferimento all’estero», scrive preoccupato. Dubbi anche sulla Fondazione Torlonia, costituita sei mesi prima della morte del principe Alessandro, alla quale è stato ceduto l’invidiabile patrimonio artistico.
La Fondazione
Il patrimonio artistico è stato ceduto alla Fondazione Torlonia, creata nel 2017
Proprietà La famiglia ha anche delle quote nella Banca del Fucino