Oro, stucchi e antichità Nelle ville della famiglia
Arredi in stile rococò, tv in ogni stanza e vetri blindati
Le docce sensoriali con le luci blu sono spente. Niente acqua nei cinque bagni della villa di Guerino Casamonica, al centro del piccolo borgo abusivo in via del Quadraro. Gli scatoloni con profumi e bagnoschiuma sono ancora appoggiati sui lavandini pronti per essere portati via. Tutto attorno le tracce di un mattino interrotto all’improvviso: i panni stesi, i giochi dei bambini per terra, la vita protetta da doppie vetrate e grate blindate a due metri dai binari sulla ferrovia. In questa come nelle altre abitazioni che saranno buttate giù nei prossimi giorni i soffitti non sono altissimi e gli arredi sono di lusso, con materiali ed accessori di prima qualità. Del resto anche i lavori per costruire le otto ville sembrano essere stati svolti a regola d’arte. Basta guardare la massicciata in cortina e le coperture in legno sul lato che affaccia sulla casa cantoniera.
I vigili vogliono risalire a chi si è prodigato - oppure, è un’ipotesi di chi indaga, è stato costretto - per trasformare un luogo vincolato in una cittadella privata, una delle roccaforti dei Casamonica. Anche perché non viene escluso che possa aver ricavato nascondigli di ogni genere nelle ville per far sparire di tutto, soldi, droga e documenti. Non a caso martedì mattina i vigili hanno trovato cocaina. «Ce ne saranno sicuramente», commenta un investigatore mostrando un cavallo in coccio con una zampa rotta.
«È vuoto, ci si può infilare qualsiasi cosa», dice ancora. La Municipale ha repertato mobili di ogni genere, letti addobbati con baldacchini, una culla in stile imperiale, l’arredamento di un patio trasformato in secondo salone, con cucina a vista e maxi schermo alla parete. Di televisori al plasma ce ne sono in ogni stanza, come pure di caminetti. Finestre e veneziane antintrusione dentro e fuori
(perché poi l’esterno è stato inglobato nella struttura principale), e perfino un pezzo di arco antico dell’Acquedotto Felice rimodellato e ricoperto di intonaco affinché diventasse parte di un salotto. Corridoi con pareti in spatolato color aragosta sulle quali spiccano specchi e dipinti. E poi credenze, stucchi, vetrine con oggetti in porcellana. Ingenti le provviste. Nelle cucine gli agenti hanno trovato celle frigorifere piene di prodotti congelati ormai quasi tutti andati a male dopo il distacco della corrente elettrica, ma anche dispense colme di olio d’oliva e vini, tutto tenuto in maniera ordinata. In un angolo, sotto uno degli archi dell’acquedotto, è stata ricavata una sorta di birreria. La parete, una rovina di epoca romana, è coperta da un telone verde
Oggetti nascosti
Ispezionate le sei case ancora in piedi alla ricerca di nascondigli di soldi e stupefacenti
Accertamenti
Si indaga sul furto di acqua ed energia elettrica. Faro su chi ha effettuato i lavori
scuro. Forse l’unico vero segno di un po’ di rispetto nei confronti di una preziosa testimonianza della Roma antica. Il furto di energia elettrica - ma anche di acqua corrente (per il gas invece gli abitanti facevano ricorso a maxi bombole, ne sono state trovate e messe in sicurezza oltre venti) - è al centro delle indagini dei vigili urbani che hanno individuato numerosi allacci abusivi ai contatori dei vicini: dai riscontri sembra che arrivasse una sola bolletta per otto abitazioni, ma gli accertamenti sono ancora in corso. C’è infine il capitolo scarichi fognari: due in particolare, uno dietro la ferrovia (anche questo sotto l’acquedotto) e un altro accanto al vivaio confinante, sotto una struttura in cemento armato che sorregge una delle ville. Ha le mura rosso mattone, i tecnici l’hanno ribattezzata «numero quattro». Tirarla giù potrebbe non essere così semplice proprio per la presenza di piloni e travi in un punto dove il terreno sembra scivolare verso il basso. Ma oggi si ricomincia e si vedrà.