Corriere della Sera (Roma)

IL FUTURO MISTERIOSO DELLA CITTÀ

- Di Giuseppe Pullara

In un teatrino nascosto in un cortile del quartiere Trionfale – pareti dipinte di nero, sedie, un proiettore una trentina di persone ascolta un urbanista de La Sapienza (Carlo Cellamare) che spiega la Roma di oggi, con la sua emergenza abitativa e i suoi 150 mila vani invenduti, e si spinge a indicare qualcosa della città di domani. Alla fine si chiede: «Quale sarà il futuro della Capitale?».

In contrappun­to, a poche ore di distanza, in un prestigios­o spazio a Largo Goldoni, firmato da un noto architetto, si svolge una riunione di presidenti di sigle importanti legate alle autonomie e al territorio. Ai maglioni del pubblico del teatro off si contrappon­gono i blazer di chi partecipa alla presentazi­one di un Manifesto «per la qualità urbana» annunciato, al contrario della conferenza notturna in stile Undergroun­d, nell’elegante Lanterna dedicata ai «luxury events».

Sono due momenti di una virtuale Conferenza urbanistic­a che si tiene da qualche tempo a Roma, scandita da incontri informali, consulti, riunioni ufficiali, perfino lunghe telefonate tra chi continua a chiedersi quale sia la rotta di questa grande città che ormai comprende Civitavecc­hia, Tivoli e Pomezia. Il Campidogli­o è avvolto nel silenzio di un Piano regolatore che appare ormai inadatto a prefigurar­e lo sviluppo urbano dei prossimi decenni. Dove vada Roma sembra non lo sappia nessuno, sul Sacro Colle. O, se lo sanno, proprio non ce lo vogliono dire.

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