IL FUTURO MISTERIOSO DELLA CITTÀ
In un teatrino nascosto in un cortile del quartiere Trionfale – pareti dipinte di nero, sedie, un proiettore una trentina di persone ascolta un urbanista de La Sapienza (Carlo Cellamare) che spiega la Roma di oggi, con la sua emergenza abitativa e i suoi 150 mila vani invenduti, e si spinge a indicare qualcosa della città di domani. Alla fine si chiede: «Quale sarà il futuro della Capitale?».
In contrappunto, a poche ore di distanza, in un prestigioso spazio a Largo Goldoni, firmato da un noto architetto, si svolge una riunione di presidenti di sigle importanti legate alle autonomie e al territorio. Ai maglioni del pubblico del teatro off si contrappongono i blazer di chi partecipa alla presentazione di un Manifesto «per la qualità urbana» annunciato, al contrario della conferenza notturna in stile Underground, nell’elegante Lanterna dedicata ai «luxury events».
Sono due momenti di una virtuale Conferenza urbanistica che si tiene da qualche tempo a Roma, scandita da incontri informali, consulti, riunioni ufficiali, perfino lunghe telefonate tra chi continua a chiedersi quale sia la rotta di questa grande città che ormai comprende Civitavecchia, Tivoli e Pomezia. Il Campidoglio è avvolto nel silenzio di un Piano regolatore che appare ormai inadatto a prefigurare lo sviluppo urbano dei prossimi decenni. Dove vada Roma sembra non lo sappia nessuno, sul Sacro Colle. O, se lo sanno, proprio non ce lo vogliono dire.