Bimbi autistici, casale dimenticato
Ristrutturato, da oltre un anno viene occupato dai senza tetto
Il Casale delle Arti in via Gomenizza, dovrebbe diventare un centro per ragazzi autistici: è il sogno di un’associazione (Insettopia Onlus) animata da un gruppo di romani. Ma da mesi manca l’ultima firma del Campidoglio.
Restaurato da oltre dieci anni, ma abbandonato e preda di occupazioni abusive. Eppure il «Casale delle Arti», dal verde del Parco Monte Mario, aspetta solo una firma del Campidoglio per poter accogliere i nuovi ospiti. La struttura di via Gomenizza infatti da oltre un anno è al centro di un sognoprogetto di Insettopia Onlus, gruppo di genitori romani con figli autistici: l’idea è creare lì un luogo aperto alla cittadinanza e dedicato all’inclusione di ragazzi «neurodiversi», con laboratori e corsi.
L’edificio del resto sarebbe pronto, perché ristrutturato dalla Regione per ospitare la sede di RomaNatura. Nel 2009, però, l’allora sindaco Gianni Alemanno lo destina alle attività sociali della fondazione di monsignor Giovanni D’Ercole e non tra poche polemiche per la cessione di un immobile comunale. Quei servizi ai disagiati alla fine non partono mai e da allora l’oblio avvolge il Casale. Mai utilizzato, finché non nasce l’idea di Gianluca Nicoletti, giornalista e scrittore e papà di Tommy, diciottenne autistico e protagonista di un film sul tema dell’inclusione. Come per molte altre famiglie, il tema del «dopodinoi» è cruciale, serve una struttura specializzata dove i ragazzi non siano abbandonati a loro stessi. Nel progetto ci hanno creduto il ministero della Ricerca (Miur) con fondi e partnership, l’Università Tor Vergata, che darà supporto scientifico e la Regione Lazio che già a dicembre 2017 dà il via libera al Comune. Mesi di silenzio poi, lo scorso aprile, parte l’hashtag su Twitter «Virginiafirma» (rilanciato anche da Pif e Luca Argentero), per sollecitare la burocrazia capitolina. «C’è impegno sul progetto, le procedure sono avviate», promettono dal Campidoglio che rimanda alla Pisana per ulteriori permessi poi arrivati. «Ma da 7 mesi è tutto fermo. Ci sentiamo un po’ presi in giro – confida Gianluca –. Il progetto può partire anche domani, mancano solo le chiavi. Vorremmo sapere se c’è ancora una speranza o la burocrazia ha bloccato tutto».