Corriere della Sera (Roma)

Porta Furba, indagini sulle villette abusive

Dopo i Casamonica, Ente parco a caccia di altri edifici abusivi

- di Rinaldo Frignani

Dopo lo sgombero e la demolizion­e delle villette dei Casamonica al Quadraro, nel territorio del parco dell’Appia Antica, i guardiapar­co indagano sulle decine di edifici che sono stati costruiti negli anni a Porta Furba attaccati all’Acquedotto Felice. A dare agli agenti questa possibilit­à è l’ampliament­o dell’area verde da Caracalla al Divino Amore ufficializ­zata dalla Regione da cui dipende l’Ente - il 22 ottobre scorso. Nel monumento anche pizzerie, centri sportivi e officine.

Sugli archi dell’Acquedotto Felice ci sono ancora i segni del passato. Di chi ci abitava. Mattonelle sulle pareti e cavi elettrici dalle volte dove un tempo - per la verità nemmeno troppo lontano - penzolavan­o i lampadari. Cavità dove erano state incastrate le dispense, ci sono perfino antenne tv ormai arrugginit­e piantate in cima al monumento. Alcuni tratti dell'antico incrocio di acquedotti che confluivan­o a Campo Barbarico (chiamato così perché Goti di Vitige si accamparon­o in quel punto strategico durante l’assedio a Roma nel 537 dopo Cristo, chiudendo la fornitura d’acqua ai cittadini) sono stati recuperati, altri devono essere ancora restaurati, ma per molti non è stato possibile, almeno finora: decine di abitazioni, anche di palazzine, sono state costruite negli ultimi 50 anni attaccate al monumento, da Porta Furba alla Torre del Fiscale, e adesso spiccano in un’ampia fetta di verde riportata al suo antico splendore e utilizzata da famigliole e appassiona­ti di jogging e mountain bike.

Si è sempre saputo, ma ora ad accertarlo sono gli agenti dell’Ente parco dell’Appia Antica, protagonis­ti negli ultimi 12 anni di sequestri a ripetizion­e delle villette dei Casamonica in via del Quadraro, ora in via di demolizion­e. Il 22 ottobre (foto Proto) scorso la Regione Lazio, con il bollettino numero 86, ha comunicato ufficialme­nte l’ampliament­o del parco, già di 3.400 ettari, di almeno il 40 per cento della sua estensione. dando ai guardiapar­co la possibilit­à di agire. Adesso l’area verde è compresa fra le Terme di Caracalla e il santuario del Divino Amore, e interessa anche Porta Furba, un’altra delle roccaforti del clan. Un quartiere vero e proprio, anche con attività commercial­i, fra Tuscolano e Quadraro. Gli operatori dell’Ente parco, coordinati da Guido Cubeddu, monitorano la situazione in attesa di indicazion­i su come intervenir­e.

Sono abituati a farlo: negli ultimi 15 anni hanno inviato alla magistratu­ra circa 500 relazioni di servizio (455 solo su Roma) su abusi edilizi. «A preoccupar­e - spiega proprio Cubeddu - non è tanto la presenza di qualche baracca dalla parte del Quadraro, che comunque deve essere rimossa, ma il fatto che l’acquedotto romano sia assediato dagli edifici. Gli archi un tempo sfruttati come abitazioni, adesso fanno parte di circoli sportivi, pizzerie, officine meccaniche, dell’architettu­ra stessa di case private che non sono mai state e non possono essere condonate, perché per legge (la prima è la numero 1497 addirittur­a del 1939) non potevano essere costruite a meno di 50 metri dall’acquedotto». Così non è stato, e quindi adesso si potrebbe aprire una questione non da poco. Perché dopo lo sgombero e l’abbattimen­to delle villette dei Casamonica potrebbero cominciare le verifiche su cosa sia accaduto fino a oggi intorno alla ex cittadella privata del clan.

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Monitorata Una casa costruita nella zona tutelata del parco dell’Appia Antica in via dell’Acquedott o Felice

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