«Ostiense piena di avvallamenti»
Numerosi avvallamenti in via Ostiense dove è morta il 6 maggio Elena Aubry, 25 anni: la ragazza stava guidando la moto prima di sbattere contro il guard rail. Lo rivela il primo report del consulente della procura nel ricostruire l’incidente con la realtà virtuale.
L’ultimo tratto di strada percorso da Elena Aubry, 25 anni, prima di perdere l’equilibrio con la sua moto, sbattere contro il guard rail e morire, è stato caratterizzato dalla presenza di numerosi e seriali avvallamenti sull’asfalto. Questo è il primo report consegnato dal consulente della procura che ha ricostruito attraverso la realtà virtuale – metodo usato per la prima volta in Italia - la dinamica dell’incidente avvenuto sulla via Ostiense il 6 maggio. Tuttavia la relazione ancora non ha stabilito quale sia stata l’incidenza del manto stradale sconnesso nella morte della giovane. Il pm Laura Condemi deve attendere il deposito di altre risultanze investigative e uno studio approfondito dei dati assemblati dal consulente per stabilire se Elena ha perso il controllo della Honda Hornet per colpa degli avvallamenti. L’asfalto – come evidenziato dalla consulenza - è apparso
più rovinato di quanto non appaia a occhio nudo. La ricostruzione in 3D ha svelato che le sconnessioni sul terreno, seppure lievi, sono così seriali da trasformare quel tratto di strada in un rally mascherato. La scelta di adottare una tecnologia innovativa è nata dall’esigenza di verificare se la vittima, alla guida di una moto di grossa cilindrata, potesse avere perso l’equilibrio per la fatica accumulata dalla somma delle ripetute micro vibrazioni provocate dall’asfalto. Con la conseguenza che tanti piccoli avvallamenti potrebbero trasformarsi in una trappola micidiale. Qualora le indagini dovessero condurre a questa conclusione, allora cambierebbe anche l’approccio nell’attribuzione di responsabilità penali nei confronti dei funzionari comunali che si occupano della manutenzione stradale.