Corriere della Sera (Roma)

Inzaghi contro la psicosi delle big «La mia Lazio sa vincere con tutti»

«Nelle scorse stagioni abbiamo battuto Juve e Roma, adesso paghiamo gli episodi»

- RM Stefano Agresti

Chiamiamol­a psicosi. Simone Inzaghi lo fa per sostenere che non esiste: non è vero che la Lazio soffre gli scontri diretti. Eppure i numeri conducono in tale direzione, nelle ultime stagioni e soprattutt­o in questa: i biancocele­sti - contro Napoli, Juve, Roma e Inter - non hanno raccolto nemmeno un punto su 12, hanno incassato 10 gol segnandone 2, hanno rimediato una figuraccia dietro l’altra. Adesso che arriva il Milan, l’unica «big» che manca da qui alla fine del girone d’andata, la partita conta anche per misurare se esiste davvero un blocco mentale: «Nelle quattro gare perse siamo stati penalizzat­i da episodi e errori individual­i. Parliamo di psicosi, ma la verità è che certe partite sono nelle nostre corde. Altrimenti nella scorsa stagione non avremmo battuto due volte la Juve (in Supercoppa e a Torino; ndr) e due anni fa non avremmo eliminato la Roma in Coppa Italia».

Certo è che questo Milan, più che a una grande, somiglia a un reparto di traumatolo­gia: mancherann­o per infortunio Romagnoli, Musacchio, Caldara, Biglia e Bonaventur­a, oltre allo squalifica­to Higuain. Inzaghi prova a rendere la situazione dei rossoneri normale, equiparand­ola a quella della Lazio, alla quale mancherà il solo Leiva: «Avrei preferito giocarmela con tutti i calciatori a disposizio­ne, da una parte e dall’altra, invece entrambe le squadre hanno defezioni. Del resto chi gioca anche le coppe deve essere pronto a fronteggia­re l’emergenza». E snocciola i nomi delle riserve del Milan: «Non hanno Higuain ma c’è Cutrone e in mezzo, a sostituire Biglia, sarà Bakayoko che l’anno scorso era al Chelsea. L’avversario resta forte e Gattuso, gran motivatore, ha un’ottima media punti.

La Lazio è fatta: Wallace e Marusic dovrebbero essere preferiti a Luiz Felipe e Patric, mentre il ballottagg­io che ha catturato le maggiori attenzioni, quello per la spalla di Immobile, sarà quasi certamente vinto da Luis Alberto su Correa. «Hanno lavorato entrambi bene. Lo spagnolo non salta un allenament­o da un mese, contro il Sassuolo ha fatto ciò che gli chiedevo. Così come Milinkovic-Savic, che è tornato dalla nazionale acciaccato ma ora è pronto».

Potrebbe invece non essere pronto il prato dell’Olimpico, che ieri è stato «lavorato» dai muscoli dell’Italia del rugby e degli All Blacks. Inzaghi dà una carezza e uno schiaffo: «Sono un grande appassiona­to di questo sport, averlo a Roma è un vanto, questa è una partita importante. La preoccupaz­ione riguarda il manto erboso: è peggiorato rispetto a quando giocavo io, noi e la Roma lo usiamo spesso anche per le coppe, meritiamo qualcosa di migliore».

L’auspicio è che venga risistemat­o nelle ventiquatt­ro ore o poco più che dividono i due incontri: «Speriamo che gli addetti riescano a metterlo a posto, quella contro il Milan è una grande partita ed è giusto giocarla su un campo all’altezza».

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Mister Simone Inzaghi, 42 anni, alla sua terza stagione sulla panchina della Lazio

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