Pm10 in metro, Atac non rende noti i dati I sindacati: «Apposto il segreto industriale»
Polveri sottili, l’Atac non rende noti i valori. L’ira dei sindacati
Lo stop sui valori secretati e la Procura che accelera. Sulle polveri sottili si va avanti a due velocità: entro breve i pm che conducono l’inchiesta avranno tra le mani la relazione degli ispettori del lavoro inviati sotto la metro per campionare l’aria all’interno dei convogli e nelle cabine dei macchinisti, sulle banchine dove i passeggeri attendono la loro corsa e nei locali di servizio occupati dai dipendenti dell’Atac; mentre il confronto tra lavoratori e azienda si è bloccato trasformandosi in scontro quando, mercoledì, i delegati della municipalizzata avrebbero opposto il «segreto industriale» ai sindacati che chiedevano i dati raccolti da Tor Vergata relativamente alle polveri sottili (Pm10) e ai metalli pesanti (Pm2,5) presenti nell’aria del sottosuolo.
«Abbiamo chiesto quei valori perché significativi per la nostra salute, ma loro ci hanno risposto che non ce li avrebbero dati perché coperti da segreto industriale. Ma che c’entra il segreto industriale in questa storia?», si domandano i rappresentanti delle Rsu che mercoledì pomeriggio hanno discusso animatamente seduti al tavolo apparecchiato con i delegati dell’Atac. I responsabili di Relazioni industriali e di Sicurezza prevenzione e protezione di Atac, però, smentiscono di aver usato quell’espressione: «Mai detto che questi documenti siano coperti da segreto, al contrario abbiamo scritto ai rappresentanti dei lavoratori che il documento è a disposizione di chi vorrà consultarlo, come prevede la legge», fa sapere Atac. Con la specifica del riferimento all’ultimo paragrafo dell’informativa del 20 novembre con cui - oltre all’esito «positivo», seppure senza valore numerico, delle analisi sulle polveri «inalabili e respirabili» e della presenza di «silice libera cristallina» - l’azienda segnalava ai sindacati che «copia integrale della relazione tecnica (indagine ambientale - ottobre 2018) prodotta dal dipartimento di biomedicina e prevenzione - sezione di Medicina del lavoro dell’università di Roma Tor Vergata è conservata presso questo SPP (servizio di prevenzione e protezione), e disponibile per la consultazione nelle modalità previste dal Testo unico sulla sicurezza». I lavoratori hanno fatto partire, infatti, una richiesta di accesso agli atti, anche se le Rsu hanno subito detto di non avere grande fiducia che il report possa arrivare in tempi brevi nelle loro mani. Resta il giallo sul presunto appello al «segreto industriale»,
L’azienda
«Mai detto che questi documenti siano coperti da segreto, anzi sono a disposizione»
Il blitz
La Procura ha inviato gli ispettori del lavoro nelle gallerie e nelle stazioni
il muro contro cui le richieste dei sindacati, che confermano il «top secret» imposto da Atac, sarebbero andate a sbattere.
Chi dice il vero? Di sicuro, la doppia verità racconta di un scontro durissimo in corso tra azienda e lavoratori della metro, tutti in ansia sul fronte polveri sottili e metalli pesanti dispersi nell’aria del sottosuolo. Durissimo, ma pure surreale: il segreto industriale, infatti, riguarda i processi commerciali e produttivi delle aziende, è una norma che a maggio è stata rinforzata dal governo con una sostanziale modifica del Codice della proprietà industriale, concepita per proteggere brevetti, schermare le informazioni sulle strategie aziendali, perfino contrastate gli hackers informatici. Nulla a che vedere, però, con la ricerca commissionata da Atac a Tor Vergata che aveva l’obiettivo di verificare delle condizioni dell’ambiente di lavoro.
In ogni caso sarà la Procura a stabilire la verità sulla presenza di polveri sottili e metalli pesanti nell’aria che i lavoratori (e gli utenti) respirano sotto la metro. I nemici sono piombo, cadmio, arsenico, nichel, mercurio e molti altri metalli che, inalati, possono essere nocivi. A maggior ragione se, come i macchinisti o gli operatori di stazione, si lavora nelle gallerie annerite dalle polveri per turni di 7 ore. Il fascicolo è stato aperto a ottobre 2017 grazie alla segnalazione del sindacato Orsa, poi ripreso in mano dopo che l’indagine condotta dal Corriere — grazie a un macchinario omologato fornito dall’associazione AriAmbiente — ha evidenziato lo sforamento fino a cinque volte (243 microgrammi per metrocubo sotto la stazione Tiburtina) dei limiti di legge delle Pm10 (50 microgrammi per metrocubo). I pm intendono accertare se sia stato violato da Atac il comma 4 dell’articolo 64 del decreto legislativo in materia di sicurezza sul lavoro. Se, cioè, alla base dei valori rilevati a settembre, ci sia una negligenza dell’azienda.