Corriere della Sera (Roma)

Il preside: 6 in condotta a chi occupò il Tasso In 200 alzano la mano

Liceo di via Sicilia, il preside chiede ai ragazzi di autodenunc­iarsi. «Lezione di maturità»

- Rinaldi

L’occupazion­e del liceo Tasso costa il 6 in condotta nel primo trimestre a chi ha occupato una settimana fa per 5 giorni le aule. Lo ha deciso il preside Paolo Pedullà che ha chiesto ai suoi studenti di autodenunc­iarsi. Forse il dirigente non immaginava che l’onestà dei suoi ragazzi arrivasse a tanto. «Quando ho alzato la mano per ammettere di avere occupato, mi sono sentita davvero bene», racconta Paola, 18 anni, che frequenta l’ultimo anno.

«Quando ho alzato la mano per autodenunc­iarmi, mi sono sentita davvero bene. È stata una bella sensazione». Paola ha 18 anni, frequenta l’ultimo anno del liceo classico Torquato Tasso ed è tra gli studenti che, una settimana fa, hanno occupato la scuola per cinque giorni. Una forma di protesta non gradita al preside Paolo Pedullà che ha deciso di punire i ragazzi occupanti con un 6 in condotta al primo trimestre.

La punizione dovrà essere approvata dai consigli di classe, ma sarà in realtà solo simbolica. Non inciderà infatti sulle pagelle a fine anno e avrà effetto solo per chi ha avuto il coraggio di autodenunc­iarsi davanti alla richiesta del preside.

Ad oggi la risposta è stata sorprenden­te. Sono già quasi 200 i ragazzi che hanno ammesso senza paura le proprie colpe. Paola dunque è in buona compagnia: «Siamo qui per crescere, dobbiamo imparare a prenderci le nostre responsabi­lità». Anche secondo Luca la proposta del dirigente scolastico ha un valore educativo: «Ci dà la possibilit­à di capire che non siamo più bambini, a ogni azione corrispond­e una reazione. È una lezione di maturità».

Non tutti però la pensano come Luca. «Io mi sono autodenunc­iata perché pensavo che fosse giusto farlo; in fondo credo nella protesta, perché me ne devo vergognare?», si chiede Sofia, 17 anni e quattro notti passate con il sacco a pelo tra i banchi di scuola. «Non sono d’accordo, dietro la sua richiesta si nasconde in realtà un atto di repression­e». Anche Giulia, alla sua prima occupazion­e, mostra il suo disappunto: «Mi sarei presa comunque le mie colpe, ma è normale che una simile proposta, quando arriva da chi ricopre un ruolo, può essere percepita come un ricatto».

Prima dell’occupazion­e, Pedullà voleva annotare egli stesso i nomi degli occupanti e sanzionare i ragazzi con il 6 in condotta «simbolico». Poi però ha cambiato idea, lasciando agli studenti la scelta di autodenunc­iarsi, confidando dunque nella loro lealtà.

E i genitori che cosa dicono? «Non si può andare a caccia di chi è entrato a scuola. Le occupazion­i ci sono sempre state e quello del preside è un atto di intimidazi­one», l’idea di un padre all’uscita da scuola.

«Mia figlia non ha occupato, ma molti suoi amici si sono solo fatti trascinare, perché devono essere puniti?». «Devono imparare a crescere ed è giusto che sappiano a cosa vanno incontro, quando decidono di infrangere le regole», la risposta invece di una madre. «Mio figlio ha occupato ed è giusto che paghi».

Tutti gli studenti, favorevoli e contrari alla richiesta di Pedullà, rivendican­o con forza i motivi della mobilitazi­one: «Abbiamo protestato contro il governo, i tagli che sta portando avanti sono inaccettab­ili; ma, sia chiaro, la nostra scuola funziona ed è anche merito del preside».

Il Tasso è, secondo l’ultima indagine di Eduscopio, nel 2018 il primo liceo classico della Capitale. «Ci siamo impegnati affinché, anche durante l’occupazion­e, tutto andasse bene. Il 6 in condotta – concludono - vale una protesta giusta».

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Via Sicilia Il liceo Tasso di via Sicilia (foto LaPresse)
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AssembleaG­li studenti del Tasso in assemblea durante l’occupazion­e (foto Leone/ LaPresse)

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