Corriere della Sera (Roma)

«Tutela salute prima di tutto»

L’ex magistrato Amendola: «I risultati vanno resi noti»

- Maria Egizia Fiaschetti

Muove da due presuppost­i l’analisi di Gianfranco Amendola, che fino a tre anni fa ha guidato la Procura di Civitavecc­hia. Il magistrato oggi in pensione, che da aggiunto nella Capitale si è occupato a lungo di reati ambientali (dalle indagini sulla discarica di Malagrotta e Radio Vaticana fino all’inquinamen­to del mare di Roma e i depuratori) sulla questione relativa alla qualità dell’aria nella metropolit­ana richiama due aspetti, a suo avviso, fondamenta­li: il diritto alla salute sancito dall’articolo 32 della Costituzio­ne e il decreto 81 del 2008, ovvero il Testo unico sulla sicurezza sul lavoro. Prima, però, si sente in dovere di precisare che il suo è un ragionamen­to di ordine generale: «Non conosco il caso, c’è un’indagine in corso e non vorrei dare l’impression­e di interferir­e con il lavoro dei colleghi, tantomeno prestarmi a strumental­izzazioni politiche».

Veniamo alle rilevazion­i affidate da Atac all’Università di Tor Vergata. Secondo i sindacati l’azienda si sarebbe rifiutata di diffondere i risultati della consulenza, in particolar­e i dati sulle polveri sottili.

«In base al decreto 81 del 2008 non si possono negare i dati, che anzi fanno parte del Documento di valutazion­e dei rischi. Il datore di lavoro è responsabi­le del monitoragg­io e i risultati devono essere forniti ai rappresent­anti dei lavoratori per la sicurezza... Strano che Atac non li dia, ma nel merito vorrei fare un’altra consideraz­ione». Prego.

«Non basta rilevare il livello

di particolat­o, ma la presenza di metalli pesanti che potrebbero essere veicolo di forme cancerogen­e. Ricordo di aver consultato un’ampia casistica, quando ero aggiunto alla Procura di Roma».

Quale caso la colpì in modo particolar­e?

«Mi colpì uno studio molto approfondi­to svolto dall’Agenzia per la sicurezza sul lavoro francese che esaminava i possibili rischi per l’esposizion­e a sostanze nocive quali il benzene e il biossido d’azoto dei lavoratori di 292 parcheggi sotterrane­i».

Di fronte all’insistenza dei sindacati, che avrebbero voluto consultare la relazione completa redatta dagli esperti di medicina del lavoro di Tor Vergata, Atac li avrebbe invitati a presentare richiesta di accesso agli atti.

«Ripeto, i dati devono essere resi noti nell’ambito del Documento di valutazion­e dei rischi, che va aggiornato tanto più in presenza di situazioni come questa che richiedono ulteriori verifiche. Può essere

Gli esami

«Non basta rilevare il livello di particolat­o, i metalli pesanti veicolo di forme cancerogen­e»

La società

«Il datore di lavoro è il responsabi­le dell’effettuazi­one del monitoragg­io»

che sia tutto nella norma, ma allora tanto meglio saperlo».

Finora con le rappresent­anze dei lavoratori sono state condivise soltanto le informazio­ni relative ai livelli di polveri respirabil­i o inalabili, ma non di Pm10 e Pm 2,5.

«L’informazio­ne non può essere incompleta. Stiamo parlando di dati che rientrano nella tutela del diritto alla salute, costituzio­nalmente garantito, che ha un valore preminente nell’interesse collettivo di lavoratori e cittadini».

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L’apparecchi­o registrò lo sforamento delle Pm10

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